UN DRITTO DA RICOSTRUIRE
La sudditanza si è materializzata quando Venus ha servito per chiudere la pratica. Sul 5-2 e 40-30, ha giocato il matchpoint nel peggiore dei modi, con uno scriteriato attacco in slice che si è consegnato al passante di Serena. Nel punto successivo, Serena riprendeva dal bidone della spazzatura un attacco di Venus, appoggiando un pallonetto-mozzarella. Sarebbe bastato appoggiarla, invece Venus ha sparacchiato fuori la volèe alta a campo aperto. Inevitabile il doppio fallo sul punto successivo. Serena non aveva remore a mostrare il pugnetto, nonostante fosse priva di riserve, soprattutto sul piano atletico. Arrivava spesso in ritardo, era pesante, spesso ricorreva al taglio sotto la palla per pura necessità. Si arrampicava fino al 4-5 e lì stava per succedere l'imponderabile. Sul 30-15, Venus affossava un paio di dritti che avevano l'aroma del terrore. Sul 5-5 si sarebbero aperti scenari clamorosi. In un attimo di lucidità, Venus si è ricordata come mai aveva dominato fino a pochi minuti prima, e ha cercato il dritto della sorella. Due risposte lunghe, da sinistra, hanno sigillato il 6-3 6-4 che allinea il tabellone agli ottavi. Nell'ultimo match della sessione diurna, Venus se la vedrà con Anastasija Sevastova. Dovrà giocare molto meglio, se vuole spuntarla. Il 29esimo episodio del Sister Act tennistico è partito con tre game ai vantaggi, frutto della tensione e non certo dello spettacolo. Il primo set era deciso da un solo break al sesto game. Più in generale, Serena sbagliava troppo. Sapeva che non poteva permettersi di palleggiare, allora provava ad accorciare gli scambi senza particolare criterio. Ben presto, il contatore degli errori è arrivato in doppia cifra. Dopo la partita, Serena ha ammesso di aver sbagliato colpi che generalmente tiene in campo. “Ma questi tre match mi hanno fatto capire su cosa devo lavorare. Adesso voglio andare di torneo in torneo: il mio obiettivo è giocare sempre meglio rispetto al precedente, a partire da Miami. Non voglio tornare indietro”.