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Cosimo Mongelli
13 November 2017

Dimitrov va e viene, ma vince con merito

Le ATP Finals 2017 portano fortuna ai debuttanti: dopo Alexander Zverev, vince alla prima londinese anche Grigor Dimitrov, a segno per 7-5 al terzo su Dominic Thiem. L'austriaco avrà anche un tennis più consistente (lontano dal cemento), ma quello del bulgaro può diventare poesia. Insieme a Zverev, è lui è il più accreditato per provare a rovinare un finale già scritto.
Buona la prima, per Grigor Dimitrov alle ATP World Tour Finals. Come successo ieri ad Alexander Zverev, vincente al suo primo incontro della sua prima partecipazione al Masters londinese, anche il bulgaro – che all’O2 Arena ci è arrivato sin troppo tardi per il talento che si ritrova – ha fatto suo l'esordio nel torneo di fine anno. Nel girone intitolato a Pete Sampras, Grigor ha combattuto tre set (6-3 5-7 7-5) per spuntarla contro un giocatore tanto simile quanto diverso da lui, in talento ed efficacia dei gesti e dei colpi, ovvero Dominic Thiem, alla sua seconda al Masters di fine anno. L’austriaco è reduce da un finale di stagione quanto meno inquietante, con sole due vittorie dal termine degli Us Open e una gestione non da top-5 dei tornei sul cemento. Un problema venuta a galla anche oggi, insieme ai limiti del suo gioco e alle personalità su un’attitudine che lontano dalla terra rossa cambia completamente volto. Vittoria in tre set, quindi, per Dimitrov. Tre set di una partita che ha visto le migliori giocate soprattutto nell’ultimo. Nel primo parziale analogie e distanze tra i due contendenti balzano subito gli occhi. L'efficacia e la bellezza del rovescio di Grigor, che inizia con piglio deciso costringendo Thiem ad arrancare. Molto più dentro al campo, il bulgaro, che aggredisce l'austriaco che non arriva mai nemmeno ai vantaggi sul suo servizio. Dominic si rifugia nel servizio, anche troppo. I due doppi falli nel sesto gioco sono la chiave di volta del primo set, che Grigor fa suo senza nemmeno faticare.
DIMITROV E ZVEREV I PERICOLI DEI FAB TWO
Nel secondo la soglia di attenzione dell'austriaco deve per forza di cose aumentare. Dimitrov non corre eccessivi rischi e nell'undicesimo gioco, dopo l'ennesimo blackout di Thiem, si ritrova la palla per poter andare a servire per il match. Un solo, misero, punto per assicurarsi la doccia anticipata. Ed ecco palesarsi tutti assieme i motivi che hanno sempre negato a Dimitrov di diventare un Fab. Dilapida la palla-break e una volta al servizio, lo perde a zero. Da nulla. Un set regalato con 42 giorni di anticipo rispetto a Santa Klaus, ed ecco il match allungarsi al terzo. Il pubblico si augura lo spettacolo, ma teme che a decidere il vincitore possa diventare lo sconfitto, perdendo testa e staffe, e compromettendosi l'incontro da solo. Dimitrov sceglie la soluzione più facile: comincia a giocar colpi spettacolari e ricami d'altri tempi e l'O2 Arena è in piedi. Il break nell'ottavo gioco è conquistato con una superiorità disarmante. Il problema è che quando serve per il match i suoi circuiti saltano di nuovo, e ci si avvicina ancora allo psicodramma. Fortuna che almeno stavolta Grigor non fa a tempo a restituire il break che subito se ne ritrova un altro in omaggio, perché Thiem non ne ha chiaramente più. Il bulgaro serve la seconda volta per il match e alla terza palla utile, troppo semplice e sciocco chiudere alla prima, chiude la partita. Anche meritatamente. In un torneo che sembra inscenato per l'eterna lotta tra Nadal e Federer, Dimitrov, assieme a Zverev, è forse quello che più di tutti può provare a rovinare un finale già scritto.

ATP WORLD TOUR FINALS - Prima giornata Gruppo Sampras
Grigor Dimitrov (BUL) b. Dominic Thiem (AUT) 6-3 5-7 7-5
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