Fino a qualche tempo fa, per il tennis italiano l’Australian Open era lo Slam meno fortunato, e per buona parte dei nostri durava di più il viaggio del torneo. Grazie al cielo si può parlare al passato, perché da qualche anno il trend si è invertito e i protagonisti sono sempre loro, i due migliori tennisti azzurri degli ultimi 30 anni. Andreas Seppi ha tracciato la strada cogliendo a Melbourne Park alcune delle migliori vittorie della sua carriera, Fabio Fognini la sta percorrendo benissimo e il risultato è lì da vedere: per la prima volta dopo 42 anni l’Italia avrà due rappresentanti negli ottavi di finale dello stesso torneo del Grande Slam. Per ritrovare qualcosa di simile bisogna tornare addirittura allo storico Roland Garros del 1976, con Panatta, che poi regalò all’Italia al maschile il suo unico Slam dell’Era Open, e Barazzutti, fermato ai quarti di finale. Chiedere che finisca come al tempo è un po’ troppo, ma già aver raggiunto in tandem la seconda settimana è un traguardo importantissimo. Seppi ha costruito il 50% del record e Fognini ci ha messo l’altra parte, anche lui in cinque set, ma con meno pathos e meno emozioni. Contro Julien Benneteau è finita 3-6 6-2 6-1 4-6 6-3, coi tre set che Fognini doveva giocare mischiati con altri due così così, nei quali il francese è stato bravo ad approfittare di qualche regalo di troppo di Fabio. Dopotutto l’ex numero 25 del mondo, tristemente noto per il record di dieci sconfitte in altrettante finali ATP giocate, poteva fare solo quello: Fognini è superiore in tutte le zone del campo, la sua palla e le sue gambe viaggiano molto di più, e quando è riuscito a farlo pesare è andata come nei tre set vinti, con ben poca storia. C’è sempre la pecca di quei due set gettati via, soprattutto il quarto, perso più di testa che di tennis, quando Benneteau ha provato (con successo) a farlo innervosire. Ma quando la vittoria arriva, e il tabellino conta comunque più colpi vincenti che errori gratuiti, tutto il resto può passare in secondo piano.