Marco Caldara
20 January 2018

Fognini fa sognare l'Italia, 42 anni dopo

Per la prima volta dallo storico Roland Garros del '76 l'Italia al maschile piazza due giocatori negli ottavi di finale dello stesso Slam: a Seppi si aggiunge Fabio Fognini, che supera in cinque set Julien Benneteau, facendo valere (seppur a sprazzi) una chiara superiorità. Il n.1 d'Italia bissa il risultato del 2014, il suo anno migliore. Che sia di buon auspicio?
Fino a qualche tempo fa, per il tennis italiano l’Australian Open era lo Slam meno fortunato, e per buona parte dei nostri durava di più il viaggio del torneo. Grazie al cielo si può parlare al passato, perché da qualche anno il trend si è invertito e i protagonisti sono sempre loro, i due migliori tennisti azzurri degli ultimi 30 anni. Andreas Seppi ha tracciato la strada cogliendo a Melbourne Park alcune delle migliori vittorie della sua carriera, Fabio Fognini la sta percorrendo benissimo e il risultato è lì da vedere: per la prima volta dopo 42 anni l’Italia avrà due rappresentanti negli ottavi di finale dello stesso torneo del Grande Slam. Per ritrovare qualcosa di simile bisogna tornare addirittura allo storico Roland Garros del 1976, con Panatta, che poi regalò all’Italia al maschile il suo unico Slam dell’Era Open, e Barazzutti, fermato ai quarti di finale. Chiedere che finisca come al tempo è un po’ troppo, ma già aver raggiunto in tandem la seconda settimana è un traguardo importantissimo. Seppi ha costruito il 50% del record e Fognini ci ha messo l’altra parte, anche lui in cinque set, ma con meno pathos e meno emozioni. Contro Julien Benneteau è finita 3-6 6-2 6-1 4-6 6-3, coi tre set che Fognini doveva giocare mischiati con altri due così così, nei quali il francese è stato bravo ad approfittare di qualche regalo di troppo di Fabio. Dopotutto l’ex numero 25 del mondo, tristemente noto per il record di dieci sconfitte in altrettante finali ATP giocate, poteva fare solo quello: Fognini è superiore in tutte le zone del campo, la sua palla e le sue gambe viaggiano molto di più, e quando è riuscito a farlo pesare è andata come nei tre set vinti, con ben poca storia. C’è sempre la pecca di quei due set gettati via, soprattutto il quarto, perso più di testa che di tennis, quando Benneteau ha provato (con successo) a farlo innervosire. Ma quando la vittoria arriva, e il tabellino conta comunque più colpi vincenti che errori gratuiti, tutto il resto può passare in secondo piano.
FABIO ANNUSA IL RITORNO FRA I PRIMI 20
Dopo un set scivolato via senza un vero perché (tecnico), Fognini è stato bravissimo a metterci la giusta attenzione in avvio di quinto, riducendo gli errori. È vero che l’inerzia era comunque dalla sua parte e l’impressione era che lui potesse limitarsi a giocare a un buon ritmo, mentre Benneteau sembrava costretto a prendersi dei rischi per vincere ogni punto. Ma al quinto set, dopo una dura lotta a 40 gradi di temperatura, il nome di chi cala per primo non è affatto scontato. Fabio ha accarezzato qualche rischio nel secondo game, vinto ai vantaggi, ma ha subito ricominciato il pressing e dal 2-2 del quinto set è stato impeccabile. Nel quinto game ha allungato e ha lasciato Benneteau sul posto, correndo verso il suo quarto ottavo Slam in carriera. “Sono molto contento – ha detto nell’intervista post-match – perché è stata una bella battaglia e in campo mi sono sentito bene. Spero di recuperare bene, visto che abbiamo lottato su tutte le palle, e che altro dire? Doccia, massaggio e ci vediamo domani…”. Fabio era visibilmente felice, e ha tutte le ragioni per esserlo: l’Australian Open è il primo Slam dove è riuscito a raggiungere la seconda settimana per due volte. Ce l’aveva fatta nel 2014, il suo anno migliore, e si è ripetuto quattro stagioni dopo. Che possa significare qualcosa di importante? Nei prossimi mesi lo scopriremo. Fa strano sapere che ce l’ha fatta più volte a Melbourne che al Roland Garros, dove dopo i quarti del 2011 non è mai andato oltre il terzo turno, ma è la conferma alla versatilità di un tennis che va bene dappertutto, indipendentemente da quello che c’è sotto i piedi. Resta un pizzico di rimpianto perché Fognini l’ha capito a 30 anni, ma non è ancora troppo tardi e il ritorno fra i primi 20 del mondo è sempre più vicino. Volendo, potrebbe riuscirci già fra due giorni, raggiungendo i quarti di finale. La strada è complicata, perché di fronte si troverà un Tomas Berdych apparso in grande spolvero nel 6-3 6-3 6-2 rifilato a Juan Martin Del Potro, ma l’ottimo avvio di 2018 fa sembrare tutto un po' più semplice.

AUSTRALIAN OPEN UOMINI - Terzo turno
Fabio Fognini (ITA) b. Julien Benneteau (FRA) 3-6 6-2 6-1 4-6 6-3
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