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Marco Caldara
15 January 2018

Seppi non molla: vince e resta nei primi 100

Andreas Seppi raccoglie 125 punti ATP nel giro di otto giorni e anche stavolta scongiura il rischio di uscire dai top-100. L'azzurro impiega un set e mezzo per prendere le misure al talentino francese Corentin Moutet, poi domina e si regala il secondo turno contro Yoshihito Nishioka. Ripetere gli ottavi è possibile: ha perso anche Jack Sock. Fuori Paolo Lorenzi.
La grande paura è superata. Quando è partito per la prima trasferta del 2018, Andreas Seppi ha lasciato nella sua nuova casa di Boulder i 180 punti da difendere degli ottavi di Melbourne dello scorso anno, e ha messo in valigia il rischio di tornare in Colorado da numero 130 del mondo. Un problema concreto: bastava sbagliare un paio di match (o pescare due sorteggi difficili) e poteva arrivare un addio alla top-100 che a quasi 34 anni sarebbe meglio ritardare il più possibile, ma per sua fortuna l’azzurro ha fatto tutte le mosse giuste. Ha inserito saggiamente nella sua programmazione il Challenger di Canberra, sempre uno dei più competitivi della stagione (c’erano ben 12 top-100), ha vinto il titolo raccogliendo 80 punti ha messo nelle gambe la quantità di tennis sufficiente per presentarsi con fiducia al suo 13esimo Australian Open. Dopo le prime ore di Happy Slam le vittorie consecutive sono diventate sei e i punti in cassaforte sono già 125, con la garanzia del ranking a due cifre anche a fine torneo. Seppi se l’è meritata battendo per 3-6 6-4 6-2 6-2 il talentino francese Corentin Moutet, 18enne dal tennis meraviglioso e imprevedibile, del quale in futuro si sentirà parlare spesso. Tuttavia, per il momento il mancino numero 155 ATP non è ancora pronto per competere a certi livelli, perché deve ancora trovare il giusto equilibrio fra resa e spettacolo. Sa trovare con facilità soluzioni che tanti avversari si sognano, ma gli piace un po’ troppo farlo vedere e finisce per abusarne. Se riuscirà a mettere tutti i pezzi in ordine, può diventare davvero un bel giocatore.
CADE SOCK, SI APRE IL TABELLONE
Tuttavia, per mettere in difficoltà un giocatore solido e centrato come Seppi serve molto più di qualche numero. La breve sospensione per pioggia dopo tre game non ha aiutato l’azzurro a carburare, ma non appena Seppi ha preso le misure al tennis di Moutet di partita ce n’è stata poca. L’azzurro si è lasciato recuperare due break di svantaggio nel secondo set, ma dal 4-4 ha cambiato passo, finendo per vincere 14 degli ultimi 18 giochi dell’incontro. Nella nostra intervista di fine 2017 Seppi ci aveva confessato che il problema principale non è tanto il tennis, non così diverso da quello dei suoi momenti migliori, ma la continuità. “Se riesco a star bene – diceva – non credo sia impossibile vincere quella decina di match in più che mi porterebbero di nuovo nella top-50”. Avrà una bella chance fra un paio di giorni contro il 21enne giapponese Yoshihito Nishioka, che in cinque set ha fatto fuori un Philipp Kohlschreiber sempre meno competitivo. Il duello potrebbe diventare anche un anticipo della sfida di Coppa Davis di febbraio a Morioka (sempre che Seppi sarà titolare: al momento non è sicuro), visto che Nishioka ha buone chance di giocare da numero 2. Al momento è il sesto giocatore del suo paese, ma solo perché è rientrato una settimana fa dopo 9 mesi di stop per la rottura del legamento crociato del ginocchio, che ne aveva fermato a Miami un 2017 iniziato alla grande. Per Seppi l’obiettivo è conquistare un terzo turno che sarebbe già oro, senza guardare troppo più in là. Anche se è impossibile non notare come nella giornata nera del tennis USA ci abbia già lasciato le penne anche Jack Sock, testa di serie più alta della zona di tabellone di Andreas.
LORENZI DOMINA, POI CALA E SI ARRENDE
È terminato subito, invece, l’Australian Open di Paolo Lorenzi, che torna a cadere al primo turno in un Major dopo che negli ultimi cinque aveva sempre vinto almeno una partita, battuto per 3-6 2-6 7-6 6-2 6-4 dal bosniaco Damir Dzumhur. Il toscano ha pagato un sorteggio impegnativo, eppure nei primi due set sembrava in totale controllo della sfida, con un servizio molto incisivo (i miglioramenti, solo rispetto a 3-4 anni fa, sono impressionanti) e la solita splendida intelligenza tattica. Col senno di poi, l’azzurro ha pagato carissimo il break un po’ regalato nel terzo set: il parziale l’avrebbe perso più avanti, al tie-break, ma ha mostrato un segnale di debolezza che Dzumhur ha colto al volo. Il match si è allungato, e col passare del tempo Lorenzi ha via via perso incisività e profondità, fino a faticare negli spostamenti per un evidente problema alla gamba sinistra. Dzumhur invece è salito di livello, iniziando a leggere meglio il servizio e mostrando di avere qualche soluzione in più, in primis delle palle corte spezza ritmo e spezza gambe. Nonostante si lamentasse per qualsiasi cosa dopo ogni singolo punto perso, come un bambino maleducato e irrispettoso dell’avversario ma (purtroppo) senza un padre pronto a sculacciarlo all’uscita dal campo, nella bagarre finale il bosniaco era di gran lunga il più fresco. Ha rischiato quando sul 3-2 e 15-30 Lorenzi ha avuto una chance enorme per guadagnarsi due palle-break, ma il toscano ha commesso un brutto errore e l’allungo decisivo l’ha trovato Dzumhur, sul 4-4, chiudendo dopo 3 ore e 45 minuti di battaglia.

AUSTRALIAN OPEN UOMINI – Primo turno
Andreas Seppi (ITA) b. Corentin Moutet (FRA) 3-6 6-4 6-2 6-2
Damir Dzumhur (BIH) b. Paolo Lorenzi (ITA) 3-6 2-6 7-6 6-2 6-4
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