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Federico Mariani
16 January 2018

Djokovic torna sotto questo sole, e vince

Novak Djokovic è di nuovo a casa! Sfrattato dalla Rod Laver Arena a favore della Margaret Court, "Nole" sgranocchia in meno di due ore Donald Young e prenota un secondo turno stellare contro Gael Monfils. Il polso sembra a posto, il servizio anche meglio.
C’è più poesia, e forse pure una spruzzata di banalità, nel considerare Wimbledon il giardino di casa-Federer. Così come è scontato inseguire l’epica del re della terra rossa e, dunque, l’imperatore salutato dagli Champs-Élysées. Un altro – tra i mille – meriti della coppia d’assi più amata del volgo è quello di aver tolto un po’ di luce alla carriera di Novak Djokovic, tra le migliori e più complete della storia del Gioco. Eppure, Melbourne Park è la casa del serbo e da questa parte del mondo il padrone è lui. Sotto un sole abbagliante come quello australiano sa essere, Nole torna a sfilare sul circuito riabbracciando quegli Australian Open abbandonati clamorosamente al secondo turno dodici mesi fa – causa sconfitta contro Istomin – e vinti in sei circostanze, tanti quanti e solo come Roy Emerson.

ESORDIO MORBIDO
L’esordio non era né tra i più malleabili possibili, ma neanche tra quelli eccessivamente impegnativi. Insomma, una di quelle partite che val bene il classico “in attesa di avversarsi più probanti”. Privato della Rod Laver Arena (in favore di Zverev) e adagiato sulla Margaret Court Arena, Djokovic ha lasciato le briciole – leggasi sette game – a Donald Young, battendolo per la quarta volta in altrettante sfide con appena un set al passivo, risalente peraltro agli Us Open di dodici anni fa. 6-1 6-2 6-4 il punteggio crescente griffato da Nole in meno di due ore, uno score che paradossalmente è pure eccessivamente benevolo nei confronti dell’americano, basti pensare che Djokovic è riuscito a non capitalizzare 19 delle 25 palle break avute a disposizione con Young che ha offerto chance sul proprio servizio in dieci turni di battuta sui dodici totali. Parlare di “partita” dunque risulta un po’ esagerato – come spesso accade alle teste coronate nei primi turni dei Major – ma ovviamente c’era curiosità nel rivedere il campionissimo serbo, fermo ufficialmente dal torneo di Wimbledon, e testare le condizioni del fatidico gomito. E proprio dal servizio, teoricamente il colpo a caccia di certezze, sono arrivate le migliori notizie odierne: 4 gli ace, 80% di resa della prima palla a cui si accompagna un ottimo 71% con la seconda, e un solo break subito più per distrazione che altro. Per Nole si tratta del cinquantanovesimo successo nello Slam prediletto (7 soltanto le sconfitte) e della dodicesima vittoria consecutiva con un mancino dall’altra parte della rete – l’ultimo a batterlo fu Nadal nella finale del Roland Garros 2014 – nonché del dodicesimo esordio positivo consecutivo a Melbourne con l’ultima sconfitta al primo turno degli Australian Open che resta quella subita contro Paul Goldstein nel 2006, preistoria. Ad attenderlo al secondo turno Djokovic troverà Gael Monfils – oggi vittorioso in tre set contro Jaime Munar – per la sfida di cartello del day-4 che verrà premiata presumibilmente con la sessione serale della Rod Laver Arena.
NERVI ED EMOZIONI
Naturalmente soddisfatto in conferenza stampa, Djokovic ha detto di aver giocato «un sacco di set di allenamento, ma una sola partita di esibizione a Kooyong. In più o meno tutte le sessioni di allenamento ho sentito di colpire bene e speravo che questo proseguisse anche nel primo turno degli Australian Open, ma ovviamente giocare una partita di un Grande Slam è molto diverso: devi avere i nervi saldi, mantenere alta la concentrazione e iniziare con la giusta intensità». A chi gli chiede le sensazioni che prova in questo momento dopo il periodo più buio della sua carriera, Nole ha esplorato tutte le emozioni provate: «ho avuto varie emozioni, per lo più buone: eccitazione, gioia, gratitudine per avere l’opportunità di competere. Non molto tempo fa, circa tre settimane, non sapevo se sarei venuto in Australia o meno. Avevo molte buone sensazioni, ma non vedevo l’ora di scendere in campo e giocare perché mi sentivo nervoso e un po’ scettico». Infine, sulla partita in sé Djokovic si è detto soddisfatto per i primi due set, così come per la seconda di servizio mentre ha definito da «up&down» sia la terza frazione che la prima palla. Sensazioni inevitabilmente nuove per un giocatore che riparte nel suo torneo dopo uno stop che può diventare uno spartiacque della carriera. Lontano dal tennis per un semestre Nole sembra aver ritrovato quella serenità smarrita, è diventato padre per la seconda volta ed è precipitato fuori dalla top-10 – in quattordicesima piazza – ma tanto la storia recente insegna che anche nel tennis maschile il ranking ormai è soltanto un numero.

AUSTRALIAN OPEN UOMINI - Primo turno
Novak Djokovic (SRB) b. Donald Young (USA) 6-1 6-2 6-4
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