Marco Caldara
24 January 2017

Speedy Federer fa felici le gemelle. Senza sudare.

Roger riduce a formalità il quarto di finale con Zverev: il tedesco si butta a rete a raffica, lui lo infila da ogni parte e la spunta in tre set, mostrando una grande reattività di piedi. Le gemelle hanno chiesto di rimanere a Melbourne il più possibile: da buon papà le sta accontentando. Semifinale con Wawrinka, per mostrare di essere ancora il n.1 di Svizzera.

Il rischio che andasse così c’era eccome, calcolato da un ultimo precedente finito in bicicletta e da tanti altri fattori, ma l’impresa di Mischa Zverev contro Andy Murray ha a appena insegnato a non dare nulla per scontato. Invece contro Roger Federer non c’è stata partita. Le gemelle Charlene e Myla Rose, già innamorate dell’Australia, hanno fatto a papà la loro richiesta: “per favore non perdere perché noi vogliamo stare qui ancora un po’”, e Roger le ha accontentate, battendo Mischa Zverev per 6-1 7-5 6-2 con una facilità da primo turno, altro che da quarti di finale Slam. Stavolta il confronto di stili ha detto malissimo al mancino tedesco. Contro Murray il suo tennis serve&volley è stato la chiave del successo, obbligando il numero uno del mondo a dover prendere una decisione in ogni punto. Doveva scegliere sempre e in fretta dove rispondere, come rispondere, ha iniziato a spazientirsi ed è andato in tilt. Federer invece ha una gamma di soluzioni che hanno fatto sembrare il match una passeggiata. È stato lui a togliere il tempo a Zverev, iniziando ad anticipare già dalla risposta. Si è piazzato con i piedi sulla linea di fondo e gli ha fatto giocare cento palle diverse, l’ha obbligato a rischiare, a spingersi oltre, a cercare sempre la riga. Con risultati, per il quasi 30enne di origini russe, tutt’altro che soddisfacenti. Si è presentato a rete 75 volte, ma ha vinto il punto solamente nel 40% dei casi, beccandosi la bellezza di 31 passanti. E così Federer è riuscito ad agguantare la 41esima semifinale Slam col punto numero 100, in appena 92 minuti. Di applausi. Due tempi più recupero sufficienti per scaraventare sul Plexicushion della Rod Laver Arena ben 65 winners e rovinare in parte la festa di quello che John McEnroe ha appena definito il suo nuovo giocatore preferito. Gli errori gratuiti? Solo 13. Il rapporto fra vincenti ed errori? 5 a 1. Alla faccia di chi pensava che questo match potesse addirittura perderlo.

​CONTRO WAWRINKA PER DIMOSTRARE TANTE COSE
La verità, senza voler alimentare inutilmente le speranze per quel titolo Slam numero 18 che resta ancora lontanissimo, è che questo Federer fisicamente sta alla grande. Si è visto contro un giocatore che l’ha obbligato a scatti brevi e ripetuti: Roger ha mostrato una reattività di piedi incredibile, forse addirittura superiore rispetto a qualche anno fa, arrivando anche sulle palle più impegnative. Segno che negli ultimi mesi ha veramente lavorato come mai prima. In più, già da qualche match sta mostrando grande sicurezza con quel rovescio coperto che in passato, specialmente nei match contro Nadal, gli ha tolto molte chance di successo. Normale che Zverev raccogliesse pochissimo. Il tedesco ha fatto vedere qualcosa di buono solo nel secondo set, quando dopo un primo da 5-0 immediato e 6-1 in 19 minuti è riuscito a sorpresa a portarsi avanti di un break, infilando un paio di risposte per salire 3-1. Ma è stata solamente un’illusione: Federer ci ha messo subito l’attenzione giusta, ha recuperato il break e sul 5-5 ne ha piazzato un secondo, a zero, prendendosi anche il secondo set. E il terzo è durato solamente fino al 2-2, prima di una nuova spallata made in Basilea, a chiudere i conti e scrivere “Federer” lassù, in cima al tabellone, come ai tempi d’oro. Una goduria per i suoi tifosi, come la simpatica intervista con (l’ottimo) Jim Courier a fine match. “Che aspettative avevo? Diciamo la seconda settimana: gli ottavi, forse i quarti”. Poi c’era Murray e aveva messo in conto di perdere. Invece Zverev gli ha fatto un regalo e lui l’ha sfruttato alla grande, prenotando la semifinale con Stan Wawrinka. “Sarà bello per chiunque, e lui non ha bisogno di andare avanti ancora, vero?”, ha scherzato Roger, che conduce nei precedenti per 18-3. Ci ha perso solamente sulla terra: un paio di volte a Montecarlo e nel 2015 a Parigi, ma quel Wawrinka era illegale, e Federer non aveva chissà quali ambizioni. Stavolta invece è diverso: vuole dimostrare che il numero uno svizzero è ancora lui. In barba al ranking ATP e ai titoli Slam vinti negli ultimi cinque anni.
 
AUSTRALIAN OPEN 2017 – Quarti di finale uomini
Roger Federer (SUI) b. Mischa Zverev (GER) 6-1 7-5 6-2
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