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Marco Caldara
23 September 2017

Il futuro può ancora essere di Belinda?

Al rientro dopo quattro mesi e mezzo di stop per l’operazione al polso sinistro, Belinda Bencic vince subito. La svizzera mette in fila cinque successi e si aggiudica un ricco ITF a San Pietroburgo. Proprio là dove nel 2016 si era guadagnata la top-10, mentre lo scorso febbraio aveva detto addio alle prime 100. Se saprà tenere a bada il fisico, a 20 anni ha tutto il tempo per tornare grande.
Da San Pietroburgo a San Pietroburgo, via… San Pietroburgo. In una sola città, nel giro di un anno e mezzo, consacrazione, crollo e potenziale rinascita di Belinda Bencic. Nel 2016 l’ex stellina svizzera è arrivata in finale nel WTA di febbraio e ha conquistato ad appena 19 anni un posto fra le top-10, bruciando addirittura le tappe di una tabella di marcia studiata sin dai tempi delle elementari con il solo obiettivo di portarla fino al numero uno del mondo. La sua crescita è stata talmente impetuosa che l’obiettivo non veniva neanche più messo in dubbio, ma è cambiato tutto molto rapidamente. Nel febbraio di quest’anno ha perso al primo turno nello stesso torneo ed è sprofondata fuori dalle prime 130 del mondo, pagando un 2016 terribile, con dodici primi turni e solo otto vittorie dopo la finale in Russia. In soli dodici mesi le è crollato il mondo addosso: ha ammesso di aver accusato parecchio la pressione di una Svizzera a caccia dell’equivalente femminile (o qualcosa di simile) di Roger Federer, e lo status di sicura star le è stato tolto a favore di quello, ben meno ambito, di potenziale “bidone”. Ma ora, per sua fortuna, c’è anche una terza tappa, quella di oggi, nel primo torneo dopo il rientro dall’operazione al polso sinistro sostenuta nell’ultima settimana di aprile. Belinda ha ripreso ad allenarsi al 100% a fine agosto, si è rimessa in forma e al rientro ha fatto subito centro. Sullo sfondo non c’era il logo della WTA, bensì quello dell’ITF, ma vincere dopo uno stop per infortunio, peraltro a quel polso che per i giocatori è la parte più delicata, è un gran bel segnale. E poi il livello del torneo, da 100.000 dollari di montepremi (il più alto per la categoria), non era affatto male.
QUESTIONE DI FISICO
La Bencic si è ripresentata nel circuito battendo con un doppio 6-0 la russa Gasanova al primo turno, come a voler mettere subito le cose in chiaro, è diventata presto la favorita per il titolo e se l’è andato a prendere superando per 6-3 6-2 in finale l’ucraina Dayana Yastremska, classe 2000 e destinata ad affacciarsi presto nel circuito maggiore. Per la Bencic è solo un primo passo, e il vero banco di prova arriverà quando tornerà a mettere piede nei tornei che contano, ma visto come si era messa la situazione qualche mese fa il titolo in Russia ha già un certo peso. Ancor prima di fermarsi, infatti, la svizzera cresciuta sotto la guida di Melanie Hingis (la madre di Martina) aveva smarrito completamente fiducia e motivazioni, trovandosi costretta a fronteggiare tutte le difficoltà che si era divorata in precedenza, quasi come se per lei non esistessero. Aveva fatto sembrare tutto facile, vincendo match su match, ma col senno di poi si è rivelata un’arma a doppio taglio. Perché i problemi si sono presentati tutti insieme e l’hanno affondata, insieme a un fisico che invece che migliorare si faceva via via più massiccio. È facile pensare che un problema alla schiena (prima) e un fastidio a un piede (dopo) fossero collegati alla sua tendenza a ingrassare, che nell’ultimo periodo pre-infortunio pareva diventata un po’ più difficile da gestire. Aggiungici un intervento chirurgico al polso a soli 20 anni, e si fa tutto ancora più complicato. Ma la Bencic vista in Russia è parsa sia in buone condizioni fisiche, sia per nulla spaventata a colpire il rovescio. Menomale. Il tennis di vertice non l’ha dimenticata, e sta giusto aspettando nuove protagoniste in grado di reggere la scena da gennaio a novembre.
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