DA NARGISO A VANNI
I risultati ci hanno sorpreso, poiché ben 16 giocatori hanno raggiunto il traguardo prima di lui. Ma non c'è da allarmarsi, per almeno due motivi: i più rapidi (Diego Nargiso e Claudio Pistolesi) hanno raggiunto un best ranking simile (67 e 71), ma forse inferiore a quello che faceva pensare tanta precocità. E poi – faccenda ben nota – l'invecchiamento progressivo del tennis ha reso più complicato il ricambio generazionale per i giovani. Nato il 12 aprile 1996, Matteo raggiunge il traguardo a 21 anni e 11 mesi, “anticipando” di un soffio Potito Starace. A ben vedere le statistiche, tuttavia, c'è da essere ottimisti: il ranking medio dei 16 azzurri più precoci di Matteo è 31,18, cifra decisamente interessante. Ma c'è di più: tra questi, ci sono tutti i nove meglio classificati dell'epoca post-Panatta. In altre parole: non esiste la proprietà transitiva, ma entrare nel giro dei grandi tornei prima dei 22 anni è spesso un buon segnale. Ed è quello che si augura – e si merita – l'allievo di Vincenzo Santopadre. Prima di lasciarvi alla carrellata, un paio di note: nel ranking abbiamo inserito i quattro moschettieri degli anni 70 (Panatta, Barazzutti, Bertolucci e Zugarelli), ma la loro età di ingresso è soltanto indicativa: per tutti è quattro vale il ranking del 23 agosto 1973, il primo computerizzato. In assenza di dati ufficiali, non possiamo fare altrimenti. È però vero che il loro valore era ben noto già prima dell'avvento del computer. Non siamo stati precisissimi sull'età di Gianluca Rinaldini: lo sfortunato tennista faentino è stato numero 79 nel 1982 (aveva 23 anni), dato che si è perso negli archivi ATP, che infatti gli assegnano un più modesto numero 128. Il più anziano a entrare per la prima volta tra i top-100 è stato Luca Vanni, che ci riuscì quattro giorni dopo aver compiuto il trentesimo compleanno. A oggi, il numero 100 resta il suo best ranking.