Corruzione: Kicker giudicato “colpevole”

L'argentino, numero 84 ATP, diventerà il giocatore di più alta classifica ad essere squalificato per per aver violato l'integrità del gioco. Nel 2015 non ha denunciato due tentativi di corruzione, poi non ha collaborato con le indagini. Il Tribunale lo ha già ritenuto colpevole: in attesa di giudizio, è già stato sospeso.

Ha la faccia pulita, da bravo ragazzo. E poi ispirava simpatia, non solo perché era diventato padre ad appena 19 anni (ha chiamato il figlio Bastian in onore al calciatore tedesco Schweinsteiger). Oggi è cambiato tutto: Nicolas Kicker è un reietto, un rinnegato. L'hanno già buttato nella pattumiera del tennis, dove terminerà definitivamente quando l'Independent Anti-Corruption Hearing Officer lo condannerà dopo averlo già ritenuto colpevole. In due parole, l'argentino (n.84 ATP, è stato anche n.78) ha violato tre articoli del codice anti-corruzione. Quello “classico”, che comporta l'obbligo di denunciare di un qualsiasi tentativo di corruzione, più altri due in cui viene segnalato l'obbligo di collaborare con le indagini della Tennis Integrity Unit. I tornei incriminati sono due, entrambi Challenger, entrambi nel 2015: Padova e Barranquilla. In entrambi i casi, Kicker ha perso al primo turno: contro Duckhee Lee a Padova (un 6-2 6-1 in effetti troppo netto) e contro Giovanni Lapentti a Barranquilla. In Colombia si arrese 2-6 6-2 7-5 e ci fu polemica già allora, specie quando spuntò un filmato in cui l'atteggiamento di Kicker, in effetti, lasciava perplessi. Scommettitori delusi sommersero la sua pagina Twitter, accusandolo di essersi venduto il match. Qualche settimana dopo, intervistato da La Nacion, raccontò la sua versione. "Purtroppo succede. Nel tennis non sai chi vince, fino all'ultimo punto. A Barranquilla è successo che l'altro si è acceso e ho perso. Quando è terminata la partita ho acceso il telefono e c'erano una montagna di messaggi su Twitter, persino di un amico mi chiedeva cosa fosse successo. L'ho presa bene, mi sono messo a ridere. Cose di questo genere succedono sempre su internet. Anche se non è facile farsi venire il sangue marcio, io ci provo. Certe cose non si capiscono: l'ATP lotta contro le scommesse, ma i tornei sono sponsorizzati dalle agenzie di scommesse. Bisogna conviverci, ma il tennis è così. Molto difficile".

SOSPESO IN ATTESA DI SENTENZA
Invece era successo qualcosa per davvero. Interpretando il linguaggio tecnico dei codici, la faccenda si può ricostruire più o meno così: Kicker avrebbe ceduto, o quantomeno avrebbe ricevuto un'offerta di denaro in cambio di un risultato aggiustato. Una volta che la TIU ha scoperto il tutto, si è rifiutato di collaborare con le indagini. L'udienza si è tenuta a Miami lo scorso 20 marzo e – come recita il comunicato diffuso in queste ore – Kicker è stato ritenuto colpevole. Sorprende come abbia proseguito tranquillamente la sua attività, esordendo in Coppa Davis due settimane dopo e senza ottenere particolari scossoni nei risultati. Qualche settimana fa ha anche superato le qualificazioni al Masters 1000 di Madrid. Qualche giorno fa si era parlato di lui in modo indiretto perché aveva perso contro Federico Coria a Lione, lasciando al connazionale il primo successo in carriera in un match ATP. Kicker era già a Parigi quando la TIU ha diffuso il comunicato: da un allenamento con Federico Delbonis alla sospensione preventiva nello spazio di poche righe. Fino alla pubblicazione della sentenza (e tutto fa pensare a una lunga squalifica) gli sarà negato l'accredito in qualsiasi evento. Insomma: ieri era tra gli iscritti al main draw del Roland Garros e stava preparando il torneo. Oggi non può neanche entrare. Fortunatamente, le sentenze per questo genere di casi vengono rese pubbliche (sia pure con gli opportuni sbianchettamenti): significa che, insieme all'entità della squalifica, conosceremo tutti i dettagli. Per adesso prevalgono sgomento e incredulità perché Kicker era considerato un personaggio simpatico, gradevole.

A WIMBLEDON CON TRE RACCHETTE
​Oltre alla paternità, il suo percorso professionale vanta una discreta aneddotica. Per esempio, la racchetta. Da ragazzino giocava con un telaio Volkl, poi però l'azienda tedesca cessò di produrre il suo modello. Dopo una lunga ricerca, aveva trovato un buon feeling con la Prince Exo 3 Tour. Manco a farlo apposta, pure questo modello è uscito di produzione. Per questo, ha trovato un modello online. L'ha acquistato, pagando le spese di spedizione, e per anni ha continuato a giocare con quel telaio. Per intenderci, l'anno scorso ha giocato in tabellone a Wimbledon con appena tre racchette nella borsa. Si comportava come un bambino nel Paese dei Balocchi. Quest'anno ha passato un turno all'Australian Open, garantendosi un assegno di 90.000 dollari australiani, ossigeno per la sostenibilità della sua carriera. “Ma non sono mai tranquillo, perché ho un figlio da mantenere – diceva – i miei genitori stanno discretamente, ma non voglio dipendere da loro”. In effetti, papà Ricardo gestisce un club a Buenos Aires, nel quartiere Merlo, il cui nome tradisce le chiare origini austriache della famiglia: “Kicker Klub Haus”. In passato, c'era stato persino un contatto con la federazione austriaca per capire se ci fosse la possibilità di rappresentare il paese del Tirolo. Non se ne è fatto nulla e, come detto, Kicker ha addirittura esordito in Coppa Davis per l'Argentina. Un tipo simpatico, dalla faccia pulita, che ispira fiducia sin dal primo sguardo. A breve conosceremo le ragioni e i dettagli che lo hanno spinto a barare. Magari scoveremo chissà quali motivazioni. Per adesso, si puà dire che Nicolas Kicker l'ha tradita, quella fiducia.

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