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Riccardo Bisti
12 October 2018

Novak Djokovic, l'arma segreta è il servizio

Noto per le sue qualità di ribattitore, Novak Djokovic è dotato anche di un ottimo turno di servizio. A Shanghai sta facendo grandi cose. “Credo sia uno degli aspetti più sottovalutati del mio gioco”. Batte Kevin Anderson e adesso sfiderà Sascha Zverev, che si è appena garantito la qualificazione al Masters. Ci ha perso l'unico scontro diretto.

"Forse non ho un gran servizio, ma mi sono costruito un grande turno di servizio". Lo diceva Andre Agassi, ma oggi potrebbe ripeterlo Novak Djokovic. Nel replay della finale di Wimbledon, il serbo ha tenuto a bada Kevin Anderson, allungando a 16 partite la sua striscia vincente. Acciuffando le semifinali di Shanghai, continua a rosicchiare punti a Rafael Nadal e mantiene intatte le chance di chiudere l'anno al numero 1 del mondo. In caso di vittoria al Rolex Shanghai Masters raccoglierebbe il 32esimo Masters 1000 in carriera, diventerebbe numero 2 nel ranking ATP e si porterebbe ad appena 35 punti da Nadal nella classifica stagionale. Il serbo è atteso da un'affascinante semifinale contro Alexander Zverev: battendo Kyle Edmund, il tedesco è diventato il quarto giocatore a qualificarsi matematicamente per le ATP Finals. Parlando del match contro Zverev, il serbo ha detto: “È migliorato molto, ormai si è stabilizzato come top-player. Sarà una partita equilibrata, simile a quella che ho giocato oggi. Kevin ha un gran servizio, tira forte da fondocampo, è alto, aggressivo...Sascha è simile. In queste condizioni di gioco succede tutto molto rapidamente, quindi dovrò rimanere attento e concentrato, sin dal primo punto. Devo rispondere al maggior numero di servizi, un po' come ho fatto oggi. Contro Anderson ho risposto bene e credo che sia stata una delle chiavi della partita”. Da quando si è arreso a Marco Cecchinato nei quarti del Roland Garros, lo scorso 5 giugno, Djokovic ha vinto 29 partite su 31 e ha messo in piedi un bilancio stagionale di 43 vittorie e 10 sconfitte.

LE PERCENTUALI AL SERVIZIO
Oltre a vincere Wimbledon e Us Open, ha intascato il Masters 1000 di Cincinnati, diventando il primo giocatore nella storia ad averli vinti tutti. Il match contro Anderson avrebbe potuto essere diverso se il sudafricano avesse trasformato il setpoint avuto sul 6-5 nel primo set, sul servizio di Djokovic (lo ha sciupato con un dritto largo). Vinto quel game, durato otto minuti, Djokovic si è aggiudicato i primi tre punti del tie-break, intascando il primo set. Numeri alla mano, ha intascato 10 degli ultimi 11 punti giocati nel primo set. Sullo slancio, ha trovato l'unico break della partita (a sancire il 2-0, sigillato da un rovescio in rete di Anderson). A quel punto, il match è non ha più avuto storia. Djokovic non è noto per essere un bombardiere, ma il servizio sta funzionando a dovere: raccogliendo l'85% dei punti con la prima palla, sta mantenendo percentuali da gran battitore. “Ho fronteggiato una sola palla break, ed è stata un setpoint – ha detto – per fortuna l'ho salvata, poi non ho perso molti punti al servizio. Credo che sia una parte del mio gioco un po' sottovalutata, ma mi aiuta molto. Le condizioni di gioco sono molto veloci, quindi tenere agevolmente i turni di servizio è probabilmente la chiave”. Curiosamente, contro Zverev esiste un solo precedente, nella finale di Roma 2017, vinto in due set dal tedesco. Da parte sua, Anderson rimane in ottima posizione per ottenere un posto alle ATP Finals: autore di una grande stagione, con la perla della finale a Wimbledon, lo meriterebbe.

MASTERS 1000 SHANGHAI – Quarti di Finale
Roger Federer (SUI) b. Kei Nishikori (GIA) 6-4 7-6
Borna Coric (CRO) b. Matthew Ebden (AUS) 7-5 6-4
Alexander Zverev (GER) b. Kyle Edmund (GBR) 6-4 6-4
Novak Djokovic (SRB) b. Kevin Anderson (Saf) 7-6 6-3

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