Il ritiro dalle ATP Finals non ha segnato solo la fine del 2017 di Rafael Nadal, ma ha anche chiuso con un filo di amaro in bocca l’ultimo torneo con lo zio Toni seduto nel suo angolo.
Sarà strano, dal prossimo anno, non trovarlo nel box di “Rafa”, dove il mondo del tennis lo vede da anni e ha imparato prima a conoscerlo, poi a stimarlo e quindi ad osservarlo, per captare i segreti che gli hanno permesso di costruire un percorso senza precedenti. Un percorso lungo 27 anni, conditi da 16 Slam e altri 59 titoli nel Tour, l’Oro Olimpico in singolare e doppio, quattro Coppa Davis e record su record, soprattutto sull’amata terra rossa. In campo ci andava Rafa, ci va Rafa, ma lui è sempre stato al suo fianco. Da quando nel 1990 il figlio di suo fratello mise per la prima volta piede in un campo da tennis, con lui, a quando sette giorni fa a Londra lottava come un dannato contro David Goffin, pur sapendo che a fine match avrebbe gettato comunque la spugna
. Lo zio più famoso del mondo se ne va ora, in un momento felice, al termine della stagione che ha mostrato al mondo che Nadal c’è ancora. Ma l’aveva deciso già a inizio stagione, regalando
a Il Tennis Italiano l’anteprima mondiale lo scorso mese di febbraio.
“
Il mio obiettivo è che Rafa torni il numero uno sulla terra rossa”, ci aveva detto a Budapest, invece il maiorchino è tornato il numero uno e basta, mettendosi di nuovo tutti alle spalle nel ranking ATP. E
lui l’ha guidato alla rinascita, con umiltà, stando sempre in disparte, lontano dalle luci dei riflettori. Toni non se ne va del tutto, visto che si dedicherà alla formazione dei giovani nell’accademia di Manacor dove il nipote si allena, e perciò una voce in capitolo ce l’avrà spesso, perché nessuno ne conosce virtù ed esigenze come chi l’ha plasmato. In più ha sempre precisato che qualora “Rafa” desideri averlo ancora con sé, lui ci sarà, ragion per cui è facile pensare che prima o poi capiterà di vederlo ancora. Ma ora l’head coach diventa Carlos Moya e sarà lui a dividersi con Francisco Roig nei tornei, e guidare un percorso che – ce l’ha insegnato il 2017 – può avere ancora tante tappe, e tanti risultati importanti da raccogliere.
Per congedarsi, Toni ha deciso di scrivere una lettera aperta pubblicata oggi da El Pais, il quotidiano spagnolo più diffuso. Nel messaggio, ringrazia tutte le persone che hanno collaborato con lui nel corso degli anni, ma anche i media, i tifosi e soprattutto suo nipote. “
L’uomo – scrive Toni –
che ha valorizzato la mia figura più di quanto meritassi”. Ve la proponiamo per intero, di seguito.