14 September 2016

Hacker si impossessano della lista segreta della Wada

Il sistema sarebbe stato violato da un gruppo di hacker russi che sarebbero entrati in contatto con informazioni confidenziali. Saltano fuori i primi nomi di atleti che avrebbero usato sostanze dopanti e spuntano i nomi delle sorelle Williams ... di FABRIZIO SALVI

Hacker si impossessano della lista segreta della wada

di Fabrizio Salvi - Foto Getty Images

 

Ancora doping nel mondo dello sport, con un caso di spionaggio che potrebbe suggerire la sceneggiatura al prossimo James Bond. Dopo l’esclusione di una parte della spedizione russa ai Giochi Olimpici di Rio che si sono da poco conclusi, adesso tocca allo sport americano andare sotto la lente di ingrandimento. La questione è sempre la stessa, doping. I fatti rimbalzati con effetto moltiplicatore dal tam tam mediatico di tutto il mondo, riportano di un gruppo di hacker russi – non è dato sapere da chi siano stati commissionati o se sia stata iniziativa autonoma -  che sarebbe riuscito a entrare nel sistema di dati segreti e criptati della Wada, l’agenzia mondiale antidoping, carpendone documenti confidenziali. Materiale delicatissimo insomma, con tanto di nomi e cognomi di atleti che avrebbero fatto uso di doping.

 

Ai nomi illustri di Simone Biles, campionessa di ginnastica con al collo ben quattro medaglie d’oro e una di bronzo, si aggiungono quelli che fanno piombare ancora una volta una nuvola nerissima sopra il mondo del tennis. Le sorelle Williams, Serena e Venus, sarebbero anche loro all’interno di questa lista che, se fosse tutto confermato dalle indagini che probabilmente partiranno a breve, aprirebbe dei grossi punti domanda riguardo ai loro risultati. Va precisato che non è ancora tempo di sentenze e di giudizi precoci.

 


La notizia cade curiosamente proprio nei giorni che Maria Sharapova, squalificata due anni per doping, aspetta di saperne di più sul suo futuro e invece le slittano ancora una volta la sentenza. La prima settimana di ottobre dovrebbe essere quella buona per capire l’esito del suo ricorso, dopo che per via di un altro posticipo aveva già dovuto rinunciare alle Olimpiadi.

 

 

 

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