Riccardo Bisti
26 September 2017

Halep-Pliskova, doppia via per cercare il n. 1

Entrambe in lotta per la leadership WTA di fine anno, Simona Halep e Karolina Pliskova scelgono strade diverse. La prima aggiunge Andrei Pavel al suo team: la seguirà negli allenamenti in Romania e nei tornei in cui non ci sarà Darren Cahill. Da parte sua, la Pliskova rinuncia a coach David Kotyza.

Lo Us Open ha spinto Garbine Muguruza al comando, ma il mazzo di carte da cui uscirà la numero 1 WTA di fine anno è ancora molto intricato. Con due tornei molto ricchi (Wuhan e Pechino) più le WTA Finals di Singapore, è probabile un arrivo al fotofinish. Due delle possibili protagoniste si sono presentate a Wuhan con un assetto tecnico tutto nuovo. Tuttavia, le scelte di Simona Halep e Karolina Pliskova sono diametralmente opposte: se la rumena ha aggiunto un volto nuovo al suo team, la ceca ha interrotto la collaborazione con il suo coach e svolgerà in “solitudine” l'ultima parte dell'anno. Pur continuando ad essere seguita da Darren Cahill, la Halep sarà accompagnata anche dal miglior tennista rumeno degli ultimi anni: Andrei Pavel è stato numero 13 ATP nel 2004 e vanta già una discreta esperienza come coach WTA, visto che ha allenato Tamira Paszek (con cui ha anche avuto una love story) e Jelena Jankovic. Battuta al primo turno dello Us Open da Maria Sharapova, la rumena ha annunciato l'arrivo di Pavel il giorno dopo. I due, quindi, hanno avuto quasi un mese per lavorare insieme. “In realtà sapevo che Andrei sarebbe entrato nel team già prima dello Us Open – ha detto la Halep – Darren mi ha detto che avrebbe voluto inserirlo nel team e io sono stata d'accordo sin dal primo momento, perché Andrei mi piace molto. Ha detto che avrebbe portato un buon spirito nel team e portato una voce diversa sul piano tecnico”. La scelta è ricaduta sul rumeno per un'ovvia ragione linguistica, ma anche per l'esperienza: è pur sempre stato top-15 ATP (“Anzi, n.13, il mio numero preferito” dice la Halep). “Era il mio idolo da bambina, quando avevo 10-11 anni. Mi piaceva il suo stile di gioco, il suo rovescio, penso che ci sia qualche similitudine tra noi. Anche le gambe: le abbiamo entrambi massicce. Ad ogni modo, proveremo per qualche mese e poi si vedrà”.

PLISKOVA: “MI SENTO AGGRESSIVA, PERO'...”
Pavel l'ha seguita nella trasferta asiatica, ma in caso di qualificazione (molto probabile) alle WTA Finals, a Singapore tornerà Cahill. Visto che l'australiano non viaggia a tempo pieno, la Halep aveva bisogno di un tecnico d'esperienza a cui appoggiarsi quando si allena a casa e che la segua in tutti i tornei. La sconfitta a New York contro la Sharapova ha fruttato cinque giorni di riposo, poi Simona è tornata rapidamente in campo. Prima cosa da migliorare: il servizio. “In assenza di Darren, ci sarà Andrei – dice – soprattutto in Romania ho bisogno di qualcuno di forte con cui allenarmi. Non mi piace lavorare da sola. Andrei è molto simpatico e ci divertiamo molto. È una persona rilassata, perfetta per il mio team, visto che anche Darren è così. Inoltre abbiamo una mentalità simile perché siamo cresciuti nello stesso paese”. Fase di transizione per Karolina Pliskova: dopo aver annusato la leadership WTA per qualche settimana, la sconfitta a New York per mano di Coco Vandeweghe l'ha fatta scivolare in quarta posizione. Al rientro in patria, ha annunciato la separazione con coach David Kotyza. A Wuhan, ha spiegato le ragioni della scelta. “In realtà ci sono diversi motivi, ma il principale è che vedo il mio tennis in modo un po' diverso rispetto a lui. Per questo ho pensato che un cambio fosse la cosa migliore. Non voglio parlare della sua visione: la mia è che mi sento una giocatrice aggressiva, ma non ho necessariamente bisogno di un colpo per vincere un punto. A volte posso giocare anche scambi più lunghi e faticosi. Mi sta bene. Voglio essere propositiva, a volte anche di più di quanto non faccia per davvero, me nel complesso interpreto il mio gioco in modo diverso da lui”. Con pochi tornei ancora da giocare, Karolina ha preferito rinviare al periodo di offseason la scelta del nuovo coach. C'è da scommettere che avrà l'imbarazzo della scelta.

© RIPRODUZIONE RISERVATA