SULLE ORME DI MISCHA, MURRAY E DJOKOVIC
Gli anni d'oro sono finiti, ma la Germania ha continuato ad essere un mercato importante. Hanno prodotto diversi giocatori, ma nessuno ha mai acceso fantasie e aspettative come Zverev. Figlio di un ex giocatore sovietico, è nato in Germania perché la sua famiglia si era trasferita nel 1991, in piena dissoluzione dell'URSS. Il fratello maggiore Mischa è nato in Russia dieci anni prima di lui, e in effetti sono profondamente diversi. Da bambino era molto bravo nell'hockey su prato, ma il tennis era nel suo destino. Sin da piccolo ha seguito le orme del fratello, coetaneo di Murray e Djokovic. Li ha conosciuti quando erano ancora adolescenti, quando nessuno poteva immaginare che sarebbero diventati figure importanti per la sua carriera. Dallo scozzese ha ereditato gli elementi chiave dello staff tecnico: prima Jez Green, guru della preparazione atletica che sta facendo un capolavoro con un fisico un po' troppo asciutto per uno sport così muscolare. Adesso Sascha è vicino al top. E poi c'è Ivan Lendl, “iniziato” al coaching proprio da Murray. Dopo un lungo corteggiamento, Zverev è riuscito a ingaggiarlo. Che fosse un predestinato si era capito molti anni fa, quando è diventato numero 1 junior a 16 anni di età. Ma non era come Donald Young, che vinceva tutto tra i ragazzi e poi prendeva sberle tra i professionisti. Lui vinceva il miglior Challenger del mondo (Braunschweig) a 17 anni e poi arrivava in semifinale ad Amburgo. I risultati dell'estate 2014 lo hanno portato sotto l'occhio dei riflettori tennistici, ma lui ha continuato a crescere nel modo ideale: rapido e costante. Ha abbattuto il muro dei top-100 ATP nel 2015, poi l'anno dopo è entrato tra i primi 20. Risultati di rilievo, specie in un tennis sempre più anziano, con sempre meno spazio per i bambini prodigio, pardon, wunderkinds. Lo scorso anno, Zverev ha iniziato a vincere i grandi tornei, a battere i migliori. Poche settimane dopo aver abbandonato l'adolescenza, ha vinto il suo primo Masters 1000 a Roma, battendo in finale – guarda un po' – Novak Djokovic.