Helene Pellettier ha frequentato il circuito WTA negli anni 80, raccogliendo qualche punto soprattutto in doppio. Non ha lasciato grandi tracce. Aver giocato a tennis, tuttavia, le ha spalancato le porte per una carriera da opinionista. Oggi ha 58 anni e collabora per l'emittente canadese RDS: qualche giorno fa, ha ventilato l'ipotesi che lo stop di Novak Djokovic fino al 2018 non sarebbe dovuto al problema al gomito, ma si tratterebbe di un “silent ban”, ovvero una squalifica a seguito di una positività a un test antidoping. Per preservare il buon nome del giocatore, tuttavia, non sarebbe stata resa nota. “Non c'è nulla di confermato, ma circolano voci che abbiano voluto proteggerlo, come in passato è già stato fatto, in particolare con Andre Agassi e Martina Navratilova". La notizia risale a domenica scorsa, ma ha impiegato qualche giorno per deflagrare a livello mondiale. Sembra che Djokovic abbia già contattato i suoi legali per valutare se esistono gli estremi per una querela. Non sarebbe la prima volta: l'anno scorso, Rafa Nadal h querelato l'ex ministro francese Roselyne Bachelot, che aveva rilasciato dichiarazioni analoghe nei suoi confronti. La Bachelot disse che lo stop di sette mesi di Nadal a cavallo tra il 2012 e il 2013 fu una sospensione per doping e non un fermo precauzionale per i problemi al ginocchio. Nadal aveva tutte le ragioni per querelare (tra l'altro la prima udienza si è svolta qualche settimana fa), così come Djokovic sarebbe legittimato a intraprendere un'azione legale. In assenza di prove, e con decine e decine di test antidoping con esito negativo (nella conferenza stampa di Sara Errani, abbiamo appreso che dal 2009 a oggi, l'azzurra ne ha sostenuti 83: figurarsi Djokovic e Nadal), ogni illazione pubblica rappresenta una dichiarazione di falso.