E se l’outsider fosse Delpo?

Dopo 5 anni Juan Martin Del Potro torna a vincere tre incontri in un grande torneo sulla terra. Lo fa a sorpresa agli Internazionali d’Italia: ha ammesso di non aver preparato il torneo, ma il suo tennis funziona e il rovescio cresce match dopo match. Contro Nishikori non ha regalato nulla, e si presenta in grande fiducia al test-Djokovic.
Sognare non costa nulla. Per questo, è bello immaginare che gli Internazionali d’Italia 2017 possano trasformarsi nel torneo di Juan Martin Del Potro. Una suggestione fondata su delle basi solide, raccolte qua e là nelle tre belle vittorie che hanno scaldato il posto dell’argentino nell’aula dei quarti di finale. Per lui si tratta di un’esperienza tanto vecchia da sembrar nuova: tre partite sulla terra, fra Slam e Masters 1000, non le vinceva dal Roland Garros del 2012, quando andò avanti di due set nel quarto di finale contro Roger Federer, prima di arrendersi al quinto. Da allora, a causa del solito maledetto polso non ha più giocato a Parigi, ma il suo rendimento al Foro Italico suggerisce che è pronto a tornarci con l’acquolina in bocca. Prima ha battuto Dimitrov, poi Edmund e contro Nishikori è stato perfetto: ventisei colpi vincenti e solo sei errori gratuiti in un’ora e 54 minuti gioco, contro un top-10. Roba che neanche Nadal nel 2006. Soprattutto, è piaciuto tanto dal lato del rovescio. Resterà sempre il suo punto debole e ancora non gli regala dei colpi vincenti (nei tre set di alto livello contro Dimitrov erano stati zero, contro Edmund sono diventati due e sono rimasti tali con Nishikori), ma la crescita è palpabile e il deficit che sul rosso dovrebbe notarsi di più – perché la palla arriva più lenta e carica e quindi richiede maggiore spinta – si nota invece di meno. Col passare dei tornei “Delpo” usa sempre meno lo slice, segno che ha trovato sicurezza, e guadagna centimetro dopo centimetro in profondità. In più, quando conta non sbaglia mai. Nelle caselle degli errori gratuiti del suo ultimo match, alla voce “backhand” c’è uno zero, e volete sapere quando è arrivato uno dei due winner? Sul 5-5 15-30. Ha condotto bene lo scambio in diagonale, poi ha accelerato lungolinea e spazzolato la riga. E nel punto successivo, sempre sulla diagonale di sinistra, ha costretto Nishikori ad accorciare e poi si è preso il break affondando il drittone. Piccoli grandi segnali.
“HO LA FIDUCIA PER GIOCARMELA CON TUTTI”
Sul Pietrangeli per Del Potro è stata una festa: il pubblico l’ha accolto con grandissimo calore, e lui ha ricambiato tornando nei quarti in un Masters 1000 a tre anni e mezzo dall’ultima volta. “È stato incredibile”, ha detto in conferenza stampa. “Sembrava un incontro di calcio. Ho fatto molto per tornare nel circuito, e alla gente piace vedermi giocare. Penso di meritarmi di essere qui”. E pensare che prima di Roma il sudamericano aveva giocato un solo match sul rosso, vinto all’Estoril prima che la morte del nonno lo riportasse in Argentina. A inizio settimana ha ammesso di non essersi preparato affatto per il torneo, ma non si direbbe. “Ho iniziato a giocare sul rosso solo quando sono arrivato a Roma, e questa settimana sarà anche la mia preparazione per il Roland Garros, dove manco da tantissimo tempo. È ora di tornare, e di provare a fare del mio meglio”. I 180 punti guadagnati gli hanno dato la certezza di una testa di serie, che significa evitare i grandi all’esordio e avere due incontri per prepararsi alle sfide più impegnative. “Il mio gioco sulla terra sta crescendo, e questo ha un grande valore per la fiducia. Non credo di essere troppo lontano dal mio livello migliore, e ne sono felice. Il mio tennis sta iniziando a dare problemi ai miei avversari, e migliora match dopo match. Ho controllato bene lo slice e colpisco meglio a due mani. Ho tirato un vincente lungolinea in un momento fondamentale: è stata una sorpresa per me e anche per il mio avversario. Ho la fiducia per giocarmela con tutti: so che al momento, sul rosso, i migliori sono più forti di me, ma mi sto avvicinando”. E allora la suggestione lassù in cima prende forma, anche se la terra è la sua superficie peggiore e i Masters 1000 non li vinceva neanche ai tempi d’oro. Ma il carattere del vincente c’è sempre stato, tennis e fiducia sono in crescita, il pubblico sarà con lui e ha una voglia di rinascere che può fare miracoli. Specie contro un Djokovic che pur di non incrociarlo cambierebbe volentieri strada.

MASTERS 1000 ROMA – Ottavi di finale
Alexander Zverev (GER) b. Fabio Fognini (ITA) 6-3 6-3
Milos Raonic (CAN) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 6-2
John Isner (USA) b. Stan Wawrinka (SUI) 7-6 6-4
Marin Cilic (CRO) b. David Goffin (BEL) 6-3 6-4
Dominic Thiem (AUT) b. Sam Querrey (USA) 3-6 6-3 7-6
Rafael Nadal (ESP) b. Jack Sock (USA) 6-4 6-4
Juan Martin Del Potro (ARG) b. Kei Nishikori (JPN) 7-6 6-3
Novak Djokovic (SRB) b. Roberto Bautista Agut (ESP) 6-4 6-4
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