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Riccardo Bisti
17 October 2018

La Bouchard fa un altro tentativo: Michael Joyce!

Pochi giorni dopo la separazione con Johanna Konta, il tecnico americano trova un nuovo, affascinante, incarico: è in prova con Eugenie Bouchard. I due si sarebbero trovati a Tel Aviv e la canadese ha già vinto cinque partite di fila, come non le era mai accaduto nel 2018. È un caso o può essere una svolta?

Non capitava da parecchio che Eugenie Bouchard vincesse cinque partite consecutive. La canadese, ex numero 5 WTA e finalista a Wimbledon nel 2014, c'è riuscita a Lussemburgo. Partita dalle qualificazioni, ha centrato i quarti vincendo due buone partite nel main draw contro Timea Babos e Carla Suarez Navarro. Quest'ultima ha raccolto appena un game. Molto discussa per le sue attività extra-tennis e un utilizzo sfrenato dei social network, la canadese ha sempre sostenuto di voler tornare su buoni livelli. Sembra che le nuove motivazioni nascano dall'inizio di una collaborazione, sia pure in prova. Da qualche settimana, infatti, è seguita da Michael Joyce. Soltanto pochi giorni fa era stata ufficializzata la notizia della separazione tra il coach americano a Johanna Konta, autrice di una stagione così così. Secondo alcune indiscrezioni raccolte dal sito canadese Tennis Life, Joyce era a Tel Aviv nelle scorse settimane. La Bouchard si trovava lì per effettuare alcuni trattamenti a un piede. I due si sono poi recati a Lussemburgo e in effetti si sta vedendo un'ottima Bouchard, la migliore dopo moltissimo tempo. Se il percorso con Joyce dovesse andare avanti, sarebbe l'ennesimo tentativo di rimettere in piedi una carriera che a un certo punto sembrava andata in malora. Nel 2018, in particolare, “Genie” le aveva provate tutte. Ha iniziato la stagione con Harold Solomon, il “sorcio”, ottimo giocatore degli anni 70, ricordato per aver perso la finale del Roland Garros 1976 contro Adriano Panatta. È durata pochissimo, con il curioso episodio durante le qualificazioni del Miami Open, in cui – durante il match di qualificazione contro Allie Kiick – Solomon sedeva nell'angolo dell'avversaria.

GIRANDOLA DI COACH
In aprile, la Bouchard è andata in California e ha effettuato alcune sessioni di allenamento con il noto coach Robert Lansdorp. L'ha seguita in Europa per i tornei sull'erba, ma era chiaro che non avrebbe potuto assumersi un impegno full time, soprattutto come coach itinerante: ha 79 anni. Il valzer di coach è proseguito in estate, quando si è rivolta all'ex giocatore tedesco Martin Sinner, numero 42 ATP negli anni 90. I due si conoscevano già perché Sinner le aveva dato una mano da junior. Hanno lavorato insieme dopo Wimbledon, ma in quel periodo l'incubo della Bouchard (oltre a un servizio che non andava) era diventata Nao Hibino, onesta giocatrice giapponese che l'ha battuta per tre volte in poche settimane: a Vancouver, a Hiroshima e a Tashkent. Le sensazioni di questi giorni sono ottime, ma Lussemburgo rappresenta l'ultimo torneo dell'anno, almeno nel circuito WTA. Nelle prossime settimane ci sono alcuni WTA 125, che la Bouchard potrebbe prendere in considerazione se volesse assicurarsi un posto in tabellone all'Australian Open, laddove ottenne il suo primo grande risultato (la semifinale del 2014). Da parte sua, Joyce è noto per aver seguito a lungo Maria Sharapova. Chiuso il rapporto professionale con la russa, ha seguito l'americana Jessica Pegula (che peraltro ha giocato alcuni doppi con la Bouchard) e poi Vika Azarenka, prima di tentare l'avventura con Johanna Konta. Il fatto che la Bouchard lo abbia ingaggiato al volo fa capire quanto sia considerato nell'ambiente. Se davvero la canadese dovesse ottenere un bel risultato nel Granducato, è probabile che la partnership vada avanti. Come migliori risultati, quest'anno Genie ha colto la semifinale a Gstaad e i quarti a Taipei City. In carriera ha vinto un solo titolo WTA (Norimberga 2014) e ha giocato cinque finali. L'ultima risale a oltre due anni e mezzo fa, quando si arrese a Elina Svitolina a Kuala Lumpur.

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