GIRANDOLA DI COACH
In aprile, la Bouchard è andata in California e ha effettuato alcune sessioni di allenamento con il noto coach Robert Lansdorp. L'ha seguita in Europa per i tornei sull'erba, ma era chiaro che non avrebbe potuto assumersi un impegno full time, soprattutto come coach itinerante: ha 79 anni. Il valzer di coach è proseguito in estate, quando si è rivolta all'ex giocatore tedesco Martin Sinner, numero 42 ATP negli anni 90. I due si conoscevano già perché Sinner le aveva dato una mano da junior. Hanno lavorato insieme dopo Wimbledon, ma in quel periodo l'incubo della Bouchard (oltre a un servizio che non andava) era diventata Nao Hibino, onesta giocatrice giapponese che l'ha battuta per tre volte in poche settimane: a Vancouver, a Hiroshima e a Tashkent. Le sensazioni di questi giorni sono ottime, ma Lussemburgo rappresenta l'ultimo torneo dell'anno, almeno nel circuito WTA. Nelle prossime settimane ci sono alcuni WTA 125, che la Bouchard potrebbe prendere in considerazione se volesse assicurarsi un posto in tabellone all'Australian Open, laddove ottenne il suo primo grande risultato (la semifinale del 2014). Da parte sua, Joyce è noto per aver seguito a lungo Maria Sharapova. Chiuso il rapporto professionale con la russa, ha seguito l'americana Jessica Pegula (che peraltro ha giocato alcuni doppi con la Bouchard) e poi Vika Azarenka, prima di tentare l'avventura con Johanna Konta. Il fatto che la Bouchard lo abbia ingaggiato al volo fa capire quanto sia considerato nell'ambiente. Se davvero la canadese dovesse ottenere un bel risultato nel Granducato, è probabile che la partnership vada avanti. Come migliori risultati, quest'anno Genie ha colto la semifinale a Gstaad e i quarti a Taipei City. In carriera ha vinto un solo titolo WTA (Norimberga 2014) e ha giocato cinque finali. L'ultima risale a oltre due anni e mezzo fa, quando si arrese a Elina Svitolina a Kuala Lumpur.