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La grande crisi di David Ferrer

Appena tre vittorie in stagione e una preoccupante serie di eliminazioni al primo turno: dopo anni a tutta birra, David Ferrer sembra aver finito la benzina. “Non sono frustrato, avrei messo la firma per una carriera così”. Adesso punta a giocare bene al Roland Garros...”poi si vedrà”.

Tra i protagonisti in negativo del 2017 c'è David Ferrer, vincitore di appena tre partite in stagione, peraltro tutte nel mese di gennaio. Dopo il terzo turno all'Australian Open, ha raccolto quattro eliminazioni consecutive al primo turno: Buenos Aires, Rio de Janeiro, Miami e il suo amato torneo di Barcellona, quello che più di ogni altro avrebbe desiderato vincere: per “colpa” di Rafael Nadal, tuttavia, si è fermato per quattro volte in finale. La sconfitta contro Kevin Anderson ha messo a nudo una situazione molto complicata, che David proverà a sistemare all'Estoril, dove esordirà contro il giocatore di casa Frederico Ferreira Silva. Accreditato della quarta testa di serie, parte direttamente dagli ottavi. Tra l'altro, il ritiro di Juan Martin Del Potro (tornato in Argentina per partecipare al funerale del nonno) gli avrebbe aperto il tabellone. “Non sto per buttarmi da un ponte – ha detto Ferrer, scivolato addirittura al numero 32 ATP – non so se questa situazione cambierà e se tornerò a vincere, prendendo più sicurezza. Oggi le sensazioni sono quelle che sono”. A parte l'ovvio logorio dopo una carriera giocata a tutta birra, peraltro con un'accelerazione dopo aver compiuto i 30 anni, Ferrer ha spiegato che una lesione cronica ai tendini gli sta facendo pagare gli sforzi degli anni passati.

IL FISICO NON E' PIU' LO STESSO
“Ho corso per tanti chilometri, non riesco più a recuperare come prima e il fisico non è più lo stesso. Devo allenarmi in modo diverso”. Al di là di questo, Ferrer non si perde d'animo ed è comunque contento della sua situazione. “Ho avuto una carriera regolare, senza un infortunio davvero importante, e avrei firmato per avere una carriera come la mia, trovandomi a 35 anni in questa situazione. Mi sento bene, non sono frustrato. Continuo a giocare per me stesso, non ho bisogno di particolari riconoscimenti, se non quelli di me stesso e della mia famiglia”. Al di là di questo, ha detto che il livello di gioco è in crescita rispetto alle disastrose apparizioni di febbraio e marzo, e che spera di crescere fino all'appuntamento con il Roland Garros. “Proverò a fare del mio meglio a Parigi: dopodiché, valutando la mia condizione fisica, vedremo”. Se il crollo dovesse essere verticale, chissà che lo spagnolo non prenda decisioni drastiche. In fondo è professionista dal 2000 e ha più di 1.000 partite sulle gambe, contando solo il circuito ATP...

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