Sara Montanelli
08 February 2017

“Genitori, sorridete alle sconfitte!”

Una riunione tenuta da Ugo Pigato, responsabile del settore agonistico allo Junior Tennis Milano, ha dato preziosi consigli ai genitori dei baby-tennisti in procinto di affacciarsi al tennis agonistico. Il suggerimento principale potrebbe sembrare scontato, ma non è così. E chi gira per tornei lo sa bene.

Educare i genitori, ancora prima dei figli, è uno dei compiti più ardui per i maestri di tennis. Ne abbiamo avuto la prova durante la Coppa Lambertenghi (i Campionati Italiani under 12) di qualche anno fa, quando la madre di una giovane promessa ha preso a male parole l’avversaria della figlia. E da situazioni come queste, frequenti quanto assurde, che parte il ragionamento del maestro Ugo Pigato, responsabile della scuola agonistica presso lo Junior Tennis Milano. Un discorso che si è tramutato in una riunione molto apprezzata. “Entrando nel giro dei tornei troverete un mondo nuovo, particolare. Il mondo del tennis è assurdo. Vedrete genitori che, durante le partite, daranno consigli tecnici e tattici ai propri figli. E vedrete genitori che insegneranno ai figli a rubare qualche pallina, convinti che vincere sia lunica cosa che conta. Personalmente ho anche visto genitori insultare i propri figli dopo una sconfitta. Eun mondo strano, ma questo lo capiterete da soli ha detto Ugo, papà di Giorgia (classe 1999) e Lisa (classe 2003), uomo di tennis da circa 35 anni.

L'AUTOSTIMA DEL BABY TENNISTA
Del resto chi frequenta i tornei junior ben conosce gli episodi a cui allude Pigato: parecchi genitori sono capaci di ammettere che “Il figlio ha perso perché ha meritato l’avversario”, ma tanti altri sono incapaci di accettare la sconfitta e pronti a giustificare ogni minima (e a volte ridicola) “problematica” del figlio. La cosa migliore è sorridere a vostro figlio quando perde, e congratularvi moderatamente se vince. Non deve abbattersi se perde e non deve pensare di essere il più forte se vince. Le sconfitte insegnano molto di più delle vittorie. Quando un bambino perde, solitamente, ha l’autostima sotto i piedi. Se a questo si aggiunge il genitore che scarica la tensione su di lui diventa difficile costruire un rapporto sereno – dice Pigato – se le vittorie saranno frequenti allora sarà il momento giusto per fare uno step in più e giocare contro quelli più grandi e più forti. Soltanto così si cresce e si va avanti. Ma non mettetevi da subito in testa che se vince è forte e se perde è scarso: sarebbe l’errore più grande. Tutto avviene gradualmente”

NIENTE FRETTA
Nel doppio ruolo di maestro e padre, Ugo Pigato sa benissimo che il mestiere di genitore è piuttosto difficile: “Sono bene quanto sia complicato, sono genitore anch’io. Il figlio in campo è teso ma, giocando, riesce a scaricare la tensione; per il genitore è diverso, deve trattenere ogni emozione. Per intenderci, non pensiate che uno come Roger Federer non sia teso, semplicemente sa dominare molto bene la tensione. Vostro figlio non è ancora in grado di farlo, certe cose si imparano con il tempo, e spesso non è neanche detto che basti quello ma non abbiate fretta.” In tanti anni di esperienza, prima da giocatore e poi da maestro, Pigato si è confrontato con molti genitori. E' stato numero 373 ATP in singolare, mentre n doppio si è spinto in 164esima posizione. Ma le soddisfazioni sono proseguite anche dopo aver appeso la racchetta al chiodo, poiché l’albero genealogico ha continuato a dare i suoi frutti: la primogenita Giorgia ha fatto una gran figura ai Campionati Italiani di “seconda”, mentre la piccola Lisa è stata quattro volte campionessa italiana.  

© RIPRODUZIONE RISERVATA