“Tennis stellare”. Hanno definito così, sul sito WTA, la prestazione di Venus Williams nei quarti del Miami Open, contro la numero 1 Angelique Kerber. Un 7-5 6-3 che fa abbozzare un ardito paragone tra Venus e Roger Federer, “vecchietti” ma sempre più forti e competitivi. Ma lei, oltre ad avere un anno in più, è stata vittima di guai fisici ben più gravi. Per questo, la semifinale azzannata a Crandon Park (si gioca stanotte alle 3, diretta SuperTennis) ha un gran valore. Nell'anno in cui ne compirà 37, Venus sembra forte come sedici anni fa, quando vinceva questo torneo in scioltezza. “E' stata una partita interessante – ha detto Venus – ero in controllo, ma ho commesso più errori di quanto volessi, e ho anche messo in campo poche prime. Guardo a quello che posso fare meglio. Per battere la numero 1 bisogna giocare bene”. L'ultimo scontro diretto era stata la semifinale di Wimbledon, in cui la tedesca si era imposta in due set. E quando ha brekkato in avvio, si è pensato che potesse ripetere la musica. Invece Venus ha trovato logica ed efficacia nel suo tennis aggressivo. Talmente aggressivo che ha costretto la Kerber a uscire dalla tana e prendere qualche rischio. I 59 colpi vincenti (32 Venus, 27 Angelique) danno l'idea della partita, vivace e interessante. “Venus è stata aggressiva sin dall'inizio, tirava fortissimo – ha detto la Kerber – forse oggi non mi sono mossa troppo bene e ho commesso qualche errore di troppo. Non è stata la mia miglior partita, ma lei ha meritato di vincere”.