La strana favorita di Wimbledon.

La curiosa vicenda di Karolina Pliskova: in quattro partecipazioni ai Championships, non è mai andata oltre il secondo turno. Tuttavia, i bookmakers l'hanno messa davanti a tutte. “Quest'anno ho più fiducia, ma una sconfitta prematura a Eastbourne non sarebbe male”. Cresciuta in Germania, residente a Monte Carlo, ama la pesca.

Le sensazioni dei bookmakers prima di Wimbledon 2017, lato donne, rappresentano una novità. Non era mai successo che la loro favorita si presentasse con un background così modesto: in quattro partecipazioni, Karolina Pliskova non è mai andata oltre il secondo turno. In effetti, sono cambiate tante cose negli ultimi dodici mesi. L'anno scorso, la ceca perdeva al secondo turno e siglava il diciassettesimo Slam senza raggiungere la seconda settimana. Poi – sia pure a scoppio ritardato – è arrivato il click. Finale a New York (con tanto di vittoria su Serena Williams), quarti a Melbourne e buonissima semifinale a Parigi. Con il suo tennis, basato su un servizio fulminante e tanta aggressività, avrebbe tutto per fare bene anche sull'erba. Era molto attesa già l'anno scorso, dopo la vittoria a Nottingham e la finale a Eastbourne. Ma a Londra fu un disastro: se hai ambizioni di un certo tipo, non puoi definire altrimenti una sconfitta contro Misaki Doi. “E' difficile ammetterlo, ma a volte è meglio perdere nei tornei di avvicinamento, così poi nessuno si aspetta molto” dice la Pliskova, che nei prossimi giorni giocherà l'Aegon International di Eastbourne, suo unico torneo di preparazione. “A volte i risultati arrivano quando non stai giocando bene. L'anno scorso pretendevo troppo da me, ero tesa e non ho giocato bene”. Oggi non può nascondersi, anche in virtù dei 249 ace già scagliati in stagione (più di tutte). Per la sua struttura fisica, si muove discretamente e – soprattutto – dice di aver imparato dall'anno scorso. “Contro la Doi avevo giocato proprio male, allora ho deciso di cambiare qualcosa. Mi dissi che non potevo perdere una partita come quella, anche giocando di m.....”. Usa proprio questo termine come a voler rafforzare il concetto: una giocatrice di livello deve vincere anche nelle cattive giornate. Quest'anno, in effetti, l'ha sfangata spesso anche quando giocava maluccio.

LA TRADIZIONE CECA
​L'anno scorso, di questi tempi, era numero 17 WTA. Oggi è in terza posizione, ma ha guidato a lungo la WTA Race prima del sorpasso di Elina Svitolina, a sua volta superata da Simona Halep. Oltre ai già citati risultati Slam, ha vinto tornei importanti a Cincinnati, Brisbane e Doha. Insomma, c'è stata la svolta più attesa: è diventata una top-player. “I tanti successi mi hanno regalato fiducia – racconta – nel 2017 ho vinto due titoli e non avvertito la pressione dell'anno scorso. Gestisco meglio le situazioni”. Il 2017 è stato un anno di novità: abbandonato coach Jiri Vanek, è ripartita da uno dei migliori tecnici su piazza: David Kotyza ha già vinto due Wimbledon insieme a Petra Kvitova, ed è legittimo che punti al tris. “Ho pensato che fine 2016 fosse un buon momento per cambiare – racconta – è bello lavorare con un tecnico esperto come David. Aveva già vissuto grandi match”. Tutto vero, anche se in Repubblica Ceca si sussurra che la separazione con Vanek sia giunta per ragioni economiche. Curiosamente, il suo ex coach ha trovato lavoro proprio con la Kvitova che, in virtù del suo passato, è collocata addirittura come terza favorita a Wimbledon. Ancora una volta, la Repubblica Ceca si presenta con ottime possibilità a Wimbledon. Senza scomodare i campioni al maschile, nella sola Era Open hanno vinto molto con Hana Mandlikova, Jana Novotna e la mitica Martina Navratilova, capace di sollevare il Rosewater Dish per ben nove volte. Oggi hanno la bellezza di sei giocatrici tra le top-50: dopo Karolina, ci sono Kvitova, Strycova, Siniakova, Safarova e Krystina Pliskova, gemella di Karolina.

GERMANIA, PRAGA, MONTE CARLO
​Secondo lei, il successo dipende dalla tradizione. “Il nostro paese ha sempre prodotto tanti buoni giocatori. Ancora oggi, quando torno a casa vedo tanti ragazzini con talento. In Repubblica Ceca, il tennis è molto importante”. La famiglia Pliskova arriva da Louny, cittadina di 20.000 abitanti a circa 60 km da Praga. Le gemelle hanno iniziato a giocare quando avevano 4-5 anni: prima di loro, in famiglia, nessuno aveva praticato il tennis. “Mio padre si dilettava con l'hockey su ghiaccio, mentre mia madre non faceva sport. Per noi scelsero il tennis, perché pensavano che fosse lo sport giusto per due bambine”. La svolta è arrivata quando avevano nove anni. Anziché restare nella florida Repubblica Ceca, si sono recate in un club di Wolfsburg, in Germania. “Ma perché c'era un maestro ceco, così ci siamo allenate con lui. In Germania potevamo giocare con ragazze più grandi e più forti. A casa non era possibile. Nostra madre è venuta con noi, mentre nostro padre veniva a trovarci una volta al mese. Poi siamo tornate a Praga e mia sorella ha vinto i campionati nazionali”. In effetti, fino a qualche anno fa, le due si equivalevano. Ad esempio, nel 2010 vinsero uno Slam junior a testa: Karolina si prese Melbourne, Krystina trionfò a Wimbledon. In questo momento, anche per stare lontana da qualche gossip di troppo (la sua love story è molto chiacchierata in patria), Karolina Pliskova risiede a Monte Carlo, laddove la discrezione è assoluta. “Mi piace, anche se mi manca la mia famiglia. Però ho la mia privacy, perché nessuno mi riconosce”. Vivere nel paradiso fiscale monegasco, tuttavia, ha un problema: non può coltivare il suo hobby per la pesca d'acqua dolce. La passione è nata grazie a papà, e gli piace ancora. “Ma a causa degli impegni è molto difficile pescare oggi. Ma appena avrò la possibilità, tornerò in un lago”. Magari dopo Wimbledon, con uno Slam in tasca. In questo momento, i bookmakers sono tutti per lei.

WIMBLEDON 2017 – LE QUOTE DEI BOOKMAKERS
Karolina Pliskova – 7
Johanna Konta – 8,5
Petra Kvitova – 9
Victoria Azarenka – 11
Garbine Muguruza – 12
Venus Williams – 15
Angelique Kerber – 15
Jelena Ostapenko – 19
Simona Halep – 19
Madison Keys – 19
Coco Vandeweghe – 19
© RIPRODUZIONE RISERVATA