Maria, l’attesa è quasi finita (di nuovo)

Oltre ai 15 mesi di stop per il caso Meldonium, dopo soli tre tornei Maria Sharapova è stata costretta a fermarsi di nuovo per l’infortunio muscolare rimediato a Roma. Ma la coscia è guarita: la russa sta giocando il World Team Tennis, e dopo 2 mesi e mezzo di assenza tornerà nel circuito a Stanford. Poi giocherà a Toronto e allo Us Open.
Maria Sharapova non l’aveva di certo immaginato così difficile il suo rientro del circuito WTA. La semifinale a Stoccarda, nel primo torneo dopo lo stop di 15 mesi per il famoso caso Meldonium, pareva l’inizio di un percorso pronto a portarla subito in alto nel giro di poche settimane, invece già al terzo torneo si è dovuta fermare di nuovo. L’infortunio muscolare alla coscia sinistra rimediato agli Internazionali d’Italia si è rivelato più grave del previsto, e non solo l’ha obbligata a saltare il Roland Garros, dove avrebbe dovuto giocare le qualificazioni subito dopo la settimana romana, ma le ha fatto perdere anche l’intera stagione sull’erba. In tutto, salvo ulteriori complicazioni, lo stop finirà per tenerla lontana dai campi del Tour per due mesi e mezzo, visto che il suo rientro è fissato per la stagione sul cemento americano: prima a Stanford (dal 31 luglio), poi a Toronto e quindi allo Us Open. A meno di una wild card sarà costretta a giocare le qualificazioni anche a Flushing Meadows, visto che il ranking WTA della settimana la colloca al numero 171, ma come era disposta a disputarle a Parigi e Wimbledon (dove, proprio in previsione della sua presenza, hanno reso a pagamento anche il torneo cadetto) lo sarà anche negli States. Nei giorni scorsi – dopo che a Roma aveva disertato la conferenza stampa – “Masha” è tornata a parlare con i giornalisti alla vigilia del primo dei suoi due impegni nel World Team Tennis, una sorta di campionato a squadre statunitense, con molto spettacolo e non troppo agonismo, che l’ha vista perdere il proprio singolare contro Shelby Rogers. “Finalmente – ha detto alludendo al Premier di Stanford – nel mio calendario c’è di nuovo un torneo per cui allenarmi. Fermarmi di nuovo dopo uno stop così lungo non è stato facile, ma fa parte del gioco. La competizione mi è mancata, e mi sto preparando per tornare competitiva”.
QUALI PROSPETTIVE?
Se tutto andrà bene, il prossimo Us Open diventerà il suo primo torneo del Grande Slam dall’Australian Open dello scorso anno, dove non superò il test antidoping che le è costato la squalifica. “Non mi sono posta grandi aspettative per New York - ha detto - visto che a parte i tre tornei sulla terra battuta non gioco da tantissimo tempo. Fra l’infortunio (alla spalla, ndr), lo stop e il nuovo problema alla gamba, è come se non giocassi da due anni. Più che pensare allo Us Open, penso all’importanza di essere tornata a competere, all’importanza di ogni singolo torneo. Sin dall’inizio dello stop ho desiderato tantissimo tornare, e l’ho fatto”. La 30enne siberiana ha ribadito che il suo non è un ritorno scontato, visti i trascorsi e i risultati raggiunti nella sua carriera, e anche un futuro già ben definito, con le varie attività imprenditoriali che la vedono coinvolta. “Vari motivi potevano bastare per dire basta, ma il tennis per me è qualcosa di più profondo. Non è solo uno sport, è qualcosa che mi ha accompagnato per tutta la vita, e non vedevo l’ora d riprendere. Tutta la mia concentrazione è dedicata a quello”. Rientrando a inizio agosto la tennista russa avrà a disposizione circa due mesi e mezzo per raccogliere più punti possibile, in modo da poter iniziare sempre dal tabellone principale nella prossima stagione. Per garantirsi il main draw dell’Australian Open dovrà raccogliere almeno 300 punti: una passeggiata per una giocatrice del suo calibro. Per questo, può e deve puntare a fare molto di più, e gettare le basi in vista di un 2018 da giocare da protagonista.
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