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Marco Caldara
19 August 2017

Il fenomeno part-time sculaccia il nuovo Re

Se lo ricorda di rado, ma quando vuole Nick Kyrgios può raggiungere picchi di rendimento impressionanti. A Cincinnati si sveglia col piede giusto: prima batte Karlovic, poi prende a pallate Nadal per 80 minuti e conquista la semifinale. Cincinnati diventa il terzo Masters 1000 di fila a non finire nella bacheca di un Fab Four. Non succedeva dal 2004.
Amarlo oppure odiarlo. Nick Kyrgios è come Fabio Fognini: la via di mezzo non esiste. Prima si ritira per tre tornei di fila, e non fa nulla per nascondere che il vero problema non sia fisico ma di motivazioni, dopo la rottura con la fidanzata Ailja Tomljanovic e chissà cos’altro. Poi, di colpo, decide che è di nuovo il momento di fare il giocatore di tennis. A Montreal torna a conquistare due match nello stesso torneo dopo tre mesi, prima di arrendersi al futuro campione Zverev, mentre a Cincinnati si ricorda di essere stato programmato anche per vincere, e diventa il grande protagonista del torneo. È sua la copertina di un venerdì fittissimo, che a causa della pioggia del giorno prima l’ha costretto a giocare due match, non proprio l’ideale per uno che – dice – di tennis ne vuole sentir parlare il meno possibile. E invece eccolo lì, a ribadire una volta di più un potenziale enorme, ma solo quando testa e braccio sono sulla stessa lunghezza d’onda. Nel pomeriggio mostra parecchio sangue freddo e batte Ivo Karlovic in rimonta, dopo essere stato a due punti dalla sconfitta, mentre in serata passa 80 minuti a prendere a schiaffi Rafael Nadal, lo batte 6-2 7-5 e lo boccia per il terzo torneo consecutivo, negandogli la gioia di tornare numero uno del mondo vincendo un Masters 1000. Il maiorchino stava giocando bene, contro Gasquet e Ramos Vinolas non aveva mai perso il servizio, ma il 22enne di Canberra ha infuocato il Centrale del Lindner Family Tennis Center tirando fuori il classico match perfetto, con la sfrontatezza tipica di chi non vede alcuna differenza nell’aver di fronte una leggenda oppure un avversario qualsiasi. Gli è servita per bruciare Nadal in partenza, conquistando il 4-0 immediato che gli ha regalato il primo set, e anche per non perdersi nel finale del secondo set. Ha avuto due match-point in risposta su 5-3, li ha mancati entrambi e poi ha perso per la prima volta la battuta, pasticciando con due doppi falli. Ma altro che crollo: break a zero sul 5-5 e chiusura col decimo ace, seguito da un lungo urlo liberatorio.
DA 42 MASTERS 1000, NESSUN FAB4 IN SEMIFINALE
In conferenza stampa Nadal ha fatto il mea-culpa, definendo pessima la sua prestazione e ribadendo le difficoltà che ogni anno incontra nel giocare a Cincinnati, dove in effetti ha vinto solamente una volta nel 2013. Ma nel suo KO ci sono anche tanti meriti di Kyrgios, per il quale certe vittorie possono diventare fondamentali. L’australiano ha bisogno come il pane di incontri così. Deve accorgersi che effetto può fare l’adrenalina di una sessione serale, in uno stadio pieno, con il numero uno del mondo ad costretto ad annaspare dall’altra parte della rete, in modo da ricordarsi come mai stia dando mente e corpo (o quasi) da anni e anni, e provare a cercare quella continuità che nel suo mazzo di carte non ha ancora trovato posto. L’eliminazione di Nadal regala al torneo di Cincinnati l’ennesimo record poco invidiabile: dopo essere stato il primo Masters 1000 dal 1996 con appena tre top-ten in gara, diventa anche il primo dal 2012 senza nemmeno un Fab Four in semifinale. L’ultima volta successe cinque anni e 42 tornei fa, a Parigi-Bercy, dove ad approfittarne fu… David Ferrer, proprio uno dei quattro che si è messo nella posizione per riuscirci di nuovo, pronto al duello con Kyrgios. Il titolo a Bastad sembra aver rigerenato lo spagnolo, e nel 6-3 6-3 rifilato a Dominic Thiem si è visto molto del Ferrer old-style. “Sarà una gran battaglia – ha detto Kyrgios – perché lui è un grande combattente. È nel circuito da tantissimi anni, e nell’ultimo periodo sta ritrovando il suo tennis. Sta giocando molto meglio rispetto allo scorso anno, è in fiducia e di recente ha battuto ottimo giocatori”. Ma il favorito resta Nick, a caccia della prima finale in un Masters 1000, e soprattutto della scossa che possa portarlo davvero fra i grandissimi. Nel frattempo, quello dell’Ohio diventa il terzo Masters 1000 di fila a non finire nella bacheca di uno fra Nadal, Federer, Djokovic e Murray. Non succedeva dal 2004. A piccoli passi il futuro sta arrivando.

MASTERS 1000 CINCINNATI – Quarti di finale
Nick Kyrgios (AUS) b. Rafael Nadal (ESP) 6-2 7-5
David Ferrer (ESP) b. Dominic Thiem (AUT) 6-3 6-3
John Isner (USA) b. Jared Donaldson (USA) 7-6 7-5
Grigor Dimitrov (BUL) b. Yuichi Sugita (JPN) 6-2 6-1
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