Marco Caldara
31 October 2017

Lorenzi e quei 5 punti ATP di felicità

Paolo Lorenzi cade all’esordio anche al Masters 1000 di Parigi Bercy, battuto da Joao Sousa, e chiude la stagione con sette primi turni di fila. Non gli era mai successo in tutta la carriera, ma il bilancio del suo 2017 resta positivo. Nonostante il finale deludente, chiude con 5 punti ATP in più rispetto a dodici mesi fa. In un modo o nell’altro si è migliorato ancora.
Come tutte le cose, anche il tennis è una questione di punti di vista. Se Paolo Lorenzi guarda alla classifica ATP, o a come è terminata la sua stagione, non può essere soddisfatto fino in fondo. Perché chiuderà più indietro rispetto a dodici mesi fa, anche se soltanto di qualche posizione, e perché dopo lo splendido ottavo di finale allo Us Open ha raccolto sette primi turni su sette, l’ultimo nel Masters 1000 di Parigi-Bercy, dando seguito nel peggior modo possibile al miglior risultato della sua carriera nei tornei del Grande Slam. Tuttavia, anche stavolta, nel complesso, ha avuto ragione lui. Nella nostra intervista di fine 2016 diceva che non avrebbe firmato per chiudere un altro anno da numero 40 del mondo, con l’obiettivo di migliorarsi ancora. La classifica dice che non ci è riuscito, perché il (quasi) 36enne toscano non farà meglio di 41, ma nasconde un controsenso che sorride a Lorenzi: dodici mesi fa il senese chiuse l’anno con 1.090 punti ATP, mentre stavolta lo farà con 5 punti in più: 1.095. Una miseria, meno di una partita vinta a livello Challenger, ma che in un modo o nell’altro simboleggia comunque un piccolo segno “+”. Nelle statistiche rimarrà il 41, 42 o quel che sarà, ma se Paolo si trova più lontano è solo perché ci sono più avversari ad aver raccolto più punti di lui. Lui aveva promesso un piccolo miglioramento e quel miglioramento c’è stato, tanto da lasciare un po’ di amaro in bocca per alcuni momenti della stagione, come il match-point mancato in finale all’ATP 250 di Quito, o le zero vittorie negli ultimi due mesi, o il doppio forfait a Roma e Madrid. Vien da chiedersi “come sarebbe andata se”, con la top-30 a meno di 300 punti, ma già trovarlo di nuovo a certi livelli è un grande risultato.
SOLO UNA QUESTIONE DI ENERGIE
Visto quanto ha combinato nei primi 8 mesi dell’anno, peraltro giocando poco su quella terra che continua a essere la sua superficie preferita, Lorenzi può prendersi il lusso di dare poco peso ai sette primi turni in sette settimane, diventati la striscia di sconfitte più lunga di tutta la sua carriera dopo il KO per 6-4 7-5 contro il portoghese Joao Sousa. Da sorteggio Lorenzi avrebbe dovuto affrontare Gael Monfils, ma il francese ha dato forfait e a “Paolino” è capitato il ventottenne di Guimaraes, contro il quale aveva perso tre volte su tre, prima di batterlo allo Us Open. Purtroppo per Lorenzi, la sfida parigina ha seguito il trend delle prime tre: combattute ma favorevoli a Sousa. Rispetto alle sconfitte delle settimane precedenti Lorenzi ha giocato meglio, ma nei momenti delicati si è vista tutta la carenza di fiducia, fattore che in determinate situazioni conta più di diritto e rovescio. Per esempio, in altri momenti della sua carriera l’azzurro non avrebbe mai commesso i due errori di diritto che hanno rimesso Sousa in corsa sul 4-3 (e servizio Lorenzi) del primo set, dopo che l’azzurro aveva reagito a una partenza da incubo, subito 0-3 e con due palle del doppio break. E non si sarebbe nemmeno lasciato beffare per due volte di fila al momento di servire per rimanere nel match, prima sul 4-5 del primo set e poi sul 5-6 del secondo, peraltro dopo aver riagguantato il rivale da 3-5 a 5-5. Invece ha mostrato qualche difficoltà e Sousa l’ha punito, conquistando la seconda sfida in due settimane con Juan Martin Del Potro e mettendo fine alla stagione del tennis italiano nel circuito ATP. Un finale amaro, ma che non deve spaventare. Per Lorenzi è solo questione di stanchezza.

MASTERS 1000 PARIGI BERCY – Primo turno
Joao Sousa (POR) b. Paolo Lorenzi (ITA) 6-4 7-5
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