Murray, Us Open a rischio? "Ha il 50% di chance”

E' l'idea di Giles Stafford, esperto di problemi all'anca legati all'attività sportiva. “Vedendolo giocare a Wimbledon, mi veniva quasi da piangere per lui”. Escludendo un'operazione, che lo terrebbe fermo per 6 mesi, 4-8 settimane di stop potrebbero essere sufficienti. Per questo, Flushing Meadows potrebbe essere a rischio.

Soltanto un anno fa, Andy Murray vinceva il suo secondo Wimbledon e dava il là a un furibonda rincorsa che lo avrebbe portato al numero 1 ATP. Quest'anno ha perso nei quarti e nutre mille dubbi per il futuro immediato, mentre il suo ex coach Jonas Bjorkman si gode la finale, conquistata all'angolo di Marin Cilic. Più che i risultati altrui, tuttavia, Murray è preoccupato dalla sua condizione fisica. Un problema all'anca lo tormenta sin da dopo il Roland Garros. La faccenda era diventata di dominio pubblico quando aveva rinunciato a un'esibizione pre-torneo, poi il suo percorso londinese è stato incerto fino a quando è incappato in Sam Querrey. Il match è stato visto in TV anche da Giles Stafford, chirurgo ortopedico specializzato nei disturbi dell'anca legati all'attività sportiva. Parlando con Australian Associated Press, si è detto molto preoccupato per quello che attende Murray: a suo dire, ha il 50% di chance di partecipare allo Us Open. “Ho quasi pianto per lui, alla fine collassava quando doveva servire. Non era più in grado di spingere alla sua destra. Il movimento era terribile: di conseguenza, non poteva spingere con le gambe e quindi i colpi non avevano nessuna penetrazione. In più, era chiaramente dolorante”. Dopo la partita, Murray non ha rivelato l'esatta natura del problema, ma ha detto che è qualcosa con cui deve convivere da anni. “In base a quello che ha detto, mi viene da pensare che abbia una displasia. E' un problema con vari tipi di gravità: la sua deve essere abbastanza mite, visto che pratica sport ai massimi livelli. Tuttavia, questo potrebbe predisporlo a problemi di usura e lacerazione precoce dell'anca. Il motivo è semplice: il modo in cui l'anca porta il peso è sbagliato. In quella zona c'è un tessuto chiamato labrum, che con il suo movimento diventa una struttura portante: normalmente non dovrebbe essere così, quindi si può strappare. E col tempo, si può sviluppare un'artrite precoce. Questa è la mia prima opzione. Altrimenti, potrebbe essere un altro problema denominato impingement. Se il problema fosse uno di questi, o magari entrambi, la cosa potrebbe peggiorare”.

L'ANCA DI ANDY E IL GOMITO DI NOLE
Alla vigilia del torneo, Andy si era fermato in via precauzionale e aveva saltato un paio di allenamenti. Il suo percorso ai Championships si è snodato tra alti e bassi, ma è stato aiutato dall'incostanza di alcuni avversari: Fabio Fognini al terzo turno e Benoit Paire negli ottavi hanno sciupato più di un'occasione. Nei quarti, tuttavia, Sam Querrey ha mantenuto lo stesso rendimento per cinque set. Dopo aver vinto il terzo, Andy non ne aveva più. In conferenza stampa, ha detto che non avrebbe rischiato di peggiorare la situazione. Stafford non è d'accordo: “Probabilmente si tratta di un'infiammazione e ha molto dolore. Se rimane fermo per un po', potrebbe trarne beneficio”. Giovedì scorso c'è stata una riunione tra Andy e i membri del suo team: dovevano stabilire cosa fare in vista dello Us Open, al via tra circa sette settimane. Per adesso, non è trapelato nulla. Senza conoscere la situazione nei dettagli, Stafford ha ipotizzato un paio di opzioni: intervento chirurgico o trattamento conservativo. Nella prima opzione, Murray salterebbe sei mesi. In caso contrario, un mese o due di riposo potrebbero essere sufficienti per riprendere a giocare. “Vedendo come ha giocato a Wimbledon, vedo intorno al 50% la sua partecipazione allo Us Open”. Murray e Djokovic avevano impiegato anni a prendere in mano il tennis, scalzando Federer e Nadal, ma la favola sembra già essersi interrotta. Come se abbiano portato il motore fuori giri. Tra l'anca di Andy e il gomito di Novak, la restaurazione del duo Federer-Nadal sembra ormai completa. Ad oggi, è difficile pensare che Rafa e Roger non chiudano la stagione ai primi due posti del ranking ATP. In quale ordine, beh, è ancora tutto da vedere.

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