Mancava qualcosa, a Garbine Muguruza. Fino a qualche tempo fa, non sembrava in grado di gestire un successo. Dopo la prima finale a Wimbledon, così come dopo il successo al Roland Garros, era entrata in una spirale negativa. Il recente trionfo ai Championships, tuttavia, sembra aver cambiato tutto. Dopo aver sollevato il Rosewater Dish, ha raggiunto le semifinali a Stanford, i quarti a Toronto e si è imposta a Cincinnati. 11 partite, 9 vittorie, inevitabile status di favorita allo Us Open. A New York, tuttavia, ha sempre faticato. In quattro partecipazioni, ha raccolto due eliminazioni al primo turno e altrettante al secondo. “È stato importante tornare rapidamente in campo dopo la vittoria a Wimbledon – ha raccontato alla WTA – non vedevo l'ora di giocare, di mantenere certe sensazioni. Mi sentivo preparata. Oggi vedo le cose da una diversa prospettiva. Lavoro duramente, ma non do più per scontato che i risultati arriveranno. Per questo, non cado più nella frustrazione. Prima lavoravo duro e mi aspettavo di giocare bene, ma non succedeva. L'esperienza mi ha aiutato a vivere meglio certe situazioni”. Non è semplice mettere da parte le aspettative, specie quando sei così forte. Tuttavia, Garbine ha capito che non si può avere tutto e subito. Se certi risultati non arrivano subito, arriveranno più in là.