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Riccardo Bisti
19 February 2018

New York porta bene a Kevin Anderson

Ha dovuto giocare il terzo set in tutte le partite, ma alla fine Kevin Anderson si è aggiudicato la prima edizione del New York Open. In finale, battuto al fotofinish Sam Querrey. “Avevo perso qualche finale di troppo, dunque questo successo significa molto per me. Quest'anno vorrei qualificarmi per il Masters”.

La finale allo Us Open ha regalato grande popolarità a Kevin Anderson. Tuttavia, il sudafricano non vinceva un titolo ATP da due anni e mezzo, quando si impose a Winston Salem nel 2015. Poi c'erano stati una serie di problemi, soprattutto fisici, che lo avevano fatto precipitare al numero 80 ATP. Lo scorso anno si è ripreso alla grande, centrando una storica finale a Flushing Meadows. La Grande Mela continua a portargli fortuna: ha interrotto il digiuno prendendosi la prima edizione del New York Open, giocata sui campi neri del Nassau Coliseum di Long Island. Il sudafricano si è imposto al fotofinish su Sam Querrey, col punteggio di 4-6 6-3 7-6. “Il tennis è uno sport difficile – ha detto Anderson – giochi tre, quattro, cinque partite per arrivare in finale e poi, se non va come speri, è difficile essere felici anche se hai vissuto una bella settimana. Io arrivo da una serie di finali perse, quindi per me significa molto aver superato questo gradino”. Grazie a questo successo, ha conquistato il suo best ranking accomodandosi al numero 9 ATP. Giunto al tie-break decisivo, avrebbe potuto patire qualche scoria del passato, invece ha conquistato sei punti consecutivi che gli hanno consentito di chiudere a braccia alzate, con un passante vincente. “Uno dei grandi obiettivi della mia stagione era proprio questo: migliorare il mio rendimento nelle finali. Questa vittoria mi dà grande fiducia per il resto dell'anno”.

OBIETTIVO ATP FINALS
La fiducia sarà ancora maggiore dopo un torneo difficile, in cui ha giocato quattro match su quattro al terzo set. Nonostante le caratteristiche dei giocatori, e il campo piuttosto veloce, nei primi due set si sono visti ben sei break. Il sudafricano e lo statunitense hanno aggiustato il mirino nel terzo set, dove però Anderson è stato più stabile. “Si è deciso tutto su pochi punti – ha ammesso Querrey – lo stile di Anderson non ti fa giocare giocare perché spinge molto, impedendo di trovarti a tuo agio. Tuttavia, avrebbe anche potuto andare diversamente”. Quello tra Anderson e Querrey è un classico del circuito ATP: la finale di New York è stato il 16esimo episodio di una saga iniziata nel 2008 a Las Vegas. In questo momento, il bilancio parla di otto vittorie per parte. “A New York c'è un grande mercato tennistico, ma portare di nuovo il tour ATP in questa città è qualcosa di speciale - dice Anderson - L'organizzazione ha funzionato molto bene, di solito possono esserci dei problemi per la prima edizione, ma non è stato questo il caso. Non sembrava il torneo inaugurale, hanno fatto davvero un grande lavoro”. Già numero 10 ATP, adesso Kevin farà un passo in più: “Sono stato tra i top-10 per una sola settimana, nell'ottobre 2015. Ad essere onesto, ho impostato un obiettivo ancora più ambizioso: vorrei qualificarmi per il Masters di Londra. Ma quando raggiungi un traguardo è sempre fantastico, quindi me lo godrò un po' prima di tornare in campo”.

ATP 250 NEW YORK – Finale
Kevin Anderson (SAF) b. Sam Querrey (USA) 4-6 6-3 7-6

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