Riccardo Bisti
22 November 2017

Niente novità per Murray: resta Jamie Delgado

L'ex doppista britannico conferma che Andy non è in cerca di un nuovo coach. “In fondo Lendl lo seguiva in pochi tornei, mentre il grosso del lavoro spettava a me. Da quel punto di vista non cambierà molto”. A suo dire, Murray è in grado di gestire la sua carriera affidandosi al team attuale. “Ha la testa giusta, potrà diventare un ottimo coach o commentatore”.

Andy Murray non avrebbe intenzione di trovare un sostituto a Ivan Lendl. In questo momento, a capo del progetto tecnico c'è Jamie Delgado, ex doppista inglese che è sempre rimasto al suo fianco, presente anche nei tornei in cui Lendl non c'era. Parlando con la versione britannica di Sky, Delgado ha detto che Murray non sta cercando un nuovo coach. “Dal nostro punto di vista, la prima cosa da fare è metterlo in forma perfetta in vista della nuova stagione. Se lo faremo, tornerà molto presto ad avere successo – ha detto Delgado – come la maggior parte dei lavori, è tempo per riflettere e pianificare la nuova stagione ed è stata presa una decisione. Ivan si aggregava al team soltanto in alcune settimane, quindi gran parte del lavoro spettava a me. Da quel punto di vista, la situazione sarà molto simile”. Delgado ha poi sottolineato che Lendl era stato il suo tennista preferito. “E non c'è dubbio che abbia avuto qualcosa in comune con Andy, come aver perso le prime finali Slam giocate. Nella mente di Andy è stato importante averlo accanto quando ha vinto il suo primo Slam. È stato bello avere con noi una persona del genere”. Come è noto, la collaborazione Lendl-Murray si era già interrotta nel 2014 salvo poi ripartire l'anno scorso, anche se su basi diverse. L'ex n.1 del mondo era più un coach a distanza, un mentore, uno stratega. In definitiva, lo accompagnava soltanto nei grandi tornei.

UN ALTRO CASO VALLVERDU?
Per questo, il confine tra i meriti di Lendl e quelli di Delgado è piuttosto sfumato, o almeno discutibile. Secondo quest'ultimo, una volta scavallati i 30 anni, Murray è perfettamente in grado di organizzare la sua carriera in modo autonomo. “Ha sufficiente esperienza e conoscenza, anzi, sono convinto che sarebbe un ottimo commentatore. È un buon analista, ha un cervello da tennista. Credo che potrebbe essere un futuro sbocco lavorativo, inoltre un giorno potrebbe diventare un ottimo coach. Ha una grande consapevolezza di ogni aspetto del gioco, si può dire che abbia un notevole quoziente intellettivo legato al tennis”. In questo momento, Murray sta recuperando dall'infortunio all'anca che lo tiene fermo da Wimbledon. A dicembre effettuerà la preparazione a Miami, dopodiché si trasferirà in Australia. La sua stagione inizierà con il Brisbane International. “Ci aspettiamo che si presenti al 100%” ha detto Delgado. Detto che il team sarà completato dal preparatore atletico Matt Little e dal fisioterapista Mark Bender, la prospettiva di continuare con il solo Delgado è stata abbracciata anche da Tim Henman: l'ex top-5 ha detto che è perfettamente in grado di ricoprire il ruolo, sia perché ha giocato buoni livelli “Sia perché ha fatto un buon lavoro con Gilles Muller e ormai conosce Andy meglio di chiunque altro”. Visti i risultati che sta ottenendo Dani Vallverdu con Grigor Dimitrov, c'è da credere che la vicinanza con Lendl abbia fatto maturare anche Delgado, il quale ha confermato che nei due anni trascorsi insieme era d'accordo con Ivan nel 99% dei casi. Lendl avrà formato indirettamente un altro grande coach?

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