Questa è la sua vita!

Nella settimana delle incertezze sul futuro, Francesca Schiavone coglie una splendida finale a Bogotà. Batte in due set Johanna Larsson e vivrà una doppia finale contro Lara Arruabarrena: in palio non c'è soltanto il titolo, ma anche un posto al Roland Garros. “Prima o poi, duro lavoro paga. Io lo sapevo”.

Non sappiamo se Francesca Schiavone sia una fan di Ligabue, ma osservando le sue avventure ai 2.500 metri di Bogotà è tornato in mente un pezzo del rocker di Correggio. Nella sua “I duri hanno due cuori”, parlando del protagonista, "Liga" dice che “Può contare solo sul suo dolore, su sei colpi, e infine su di sé”. E' proprio quanto sta accadendo alla Schiavone, che per giocare (un'ultima volta!) i due tornei più importanti della sua stagione non avrà nessun aiuto. Neanche mezzo. Dovrà contare solo sulle proprie forze, sia per giocare a Roma che per giocare a Parigi. Per acciuffare una wild card a Roma, l'unica via sarà quella delle pre-qualificazioni. In alternativa, ci sarebbero le qualificazioni (dove dovrebbe riuscire a entrare). Per Parigi, la situazione è ancora più complicata. Sarà molto complicato acciuffare uno degli otto inviti a disposizione. E allora, l'unico modo è prendersi un posto di diritto, all'ultimo tuffo. E Francesca ce l'ha quasi fatta: per riuscirci, dovrà battere Lara Arruabarrena Vecino (stasera alle 20.30, diretta SuperTennis) e aggiudicarsi l'ottavo titolo in carriera. Oltre a sollevare il trofeo, agguanterebbe il main draw del Roland Garros, le cui liste saranno ufficializzate tra pochi giorni. Al di là dei 12 anni di differenza a favore della spagnola (classe 1992, mentre la milanese è del 1980), quanto mostrato contro Johanna Larsson fa ben sperare. La Schiavone ha giocato e vinto una gran bella partita, la migliore della sua settimana, anche del facile successo contro l'irriconoscibile Kiki Bertens. Si è imposta 7-5 6-4 su una giocatrice che 24 ore prima aveva destato un'ottima impressione contro la Errani. Successo meritato: Francesca è stata superiore in tutto, costringendo la Larsson a rifugiarsi in due sole armi: il servizio in kick (specialmente da sinistra) e il dritto a sventaglio.

"ARRUABARRENA, TI STUDIO SU YOUTUBE"
​Quando i colpi hanno abbandonato la svedese, la Schiavone ha avuto gioco facile nel vincere una partita in cui sono tornati a risuonare i suoi “a-hiii” al momento di colpire la palla. Francesca esalta, perché a quasi 37 anni si diverte tantissimo. Come quando infila un passante in corsa “alla Lendl” e chiede l'ovazione del pubblico, o quando chiude un gran bel punto a rete. “Il lavoro paga, prima o poi – ha detto ai giornalisti colombiani – la scorsa settimana ho perso di misura contro la Kerber, sapevo che un buon risultato sarebbe arrivato”. Qualche capello bianco spunta accanto alle tempie, il carattere è meno spigoloso di una decina d'anni fa, ma il Cuore della Leonessa (le maiuscole non sono casuali) è sempre lo stesso. Come quando si è presa il break al dodicesimo gioco del primo set, oppure ha rimontato da 2-4 a 6-4 nel secondo. E pensare che era entrata in tabellone grazie a una wild card, altrimenti non avrebbe potuto giocare nemmeno a Bogotà. Per lei sarà la finale numero 19, la prima dopo quattordici mesi (titolo a Rio de Janeiro, in finale su Shelby Rogers). Al di là dei numeri, c'è quella sensazione – dura ma esaltante – di lottare contro tutto e contro tutti, di volersi prendere quello che desidera, peraltro dopo aver visto sfumare (all'ultimo respiro) il sogno di battere il record di presenze consecutive in uno Slam. Servizio, dritto, rovescio, regolarità...non sono quelli di un tempo, ci mancherebbe, però sono più che dignitosi. E sono armi sufficienti per scendere in campo con il dovuto ottimismo. Sarà il primo scontro diretto contro la spagnola, uscita quasi per miracolo da una durissima semifinale contro la connazionale Sara Sorribes Tormo: Lara, che guiderà la Spagna di Fed Cup nel delicato spareggio contro la Francia, ha rimontato da 0-4 nel terzo set. Con le spalle al muro, ha prodotto il suo miglior tennis, tirando dritti vincenti da ogni zona del campo. “Non so ancora come affrontarla – ha detto Francesca – ma tranquilli: stasera passerò un'ora, un'ora e mezza, su Youtube per vederla giocare e studiare un piano”. Ci sarà da lottare, ma Francesca – per citare di nuovo il “Liga” - ha una gran voglia di tornare a “viaggiare in prima”. Il suo “giorno dei giorni” lo ha già vissuto, il 5 giugno 2010, ma potrebbero essercene altri, di importanti.

WTA BOGOTA' – Semifinali
Francesca Schiavone (ITA) b. Johanna Larsson (SWE) 7-5 6-4
Lara Arruabarrena Vecino (SPA) b. Sara Sorribes Tormo (SPA) 6-2 4-6 6-4

© RIPRODUZIONE RISERVATA