GRAVIDANZA TEMUTA, INASPETTATA E AMATA
Serena Williams è un enorme personaggio, sia dentro che fuori dal campo. Ha fatto la fortuna del tennis femminile, anche nei suoi errori (l'esplosione di rabbia allo Us Open 2009, contro una giudice di linea, è stato un gesto negativo ma che ha alimentato la sua popolarità). Per questo la WTA la coccola e avrà tirato un sospiro di sollievo nell'apprendere le sue intenzioni. In questo periodo, tra lezioni di francese e qualche hobby, dedica un'ora al giorno al cardio-fitness, in modo da non perdere il tono muscolare. D'altra parte, si è fatta vedere su un campo da tennis fino a qualche settimana fa. E nei momenti di pausa guarda il tennis. Non solo i match in diretta, ma anche le repliche dei suoi incontri su Tennis Channel. La gravidanza è stato un episodio inatteso e non voluto. “Però, appena l'ho saputo, sono stata pervasa da una sensazione di calma – racconta – per la prima volta, ho sentito di avere il diritto di perdere”. E invece non ha perso. Si è aggiudicata l'Australian Open da dominatrice. Anche per questo, crede di avere in grembo una femminuccia, a differenza del compagno Alexis Ohanian. “Lui pensa che sia un maschio, ma ho giocato l'Australian Open due settimane dopo aver appreso della gravidanza, e il nascituro non mi ha creato nessun problema. Noi donne siamo più forti”. Negli ultimi anni, Serena aveva paura della gravidanza. Un sentimento nato dopo il ricovero del 2011, quando finì in ospedale per un principio di embolia polmonare. In una donna incinta c'è un maggiore rischio di coaguli del sangue. Per questo, ogni giorno deve iniettarsi dell'anticoagulante. E' senza dubbio la parte peggiore della sua giornata. Il parto la spaventa un po', al punto da aver deciso di sottoporsi a epidurale. “Conosco persone che sono contrarie, ma ho già vissuto delle operazioni e se c'è la possibilità di patire meno dolore...è meglio”. C'è ancora tanta voglia di tennis, in Serena Williams. “Sinceramente pensavo che avrei smesso dopo essere diventata madre, invece andrò avanti. Non c'è sensazione più bella che scendere in campo e sentire l'urlo della folla”. Questo dolce periodo di stop, tuttavia, le ha permesso di riflettere sul passato. “All'inizio mi dava noia che io e Venus fossimo etichettate come giocatrici 'potenti'. Ad esempio, Monica Seles tirava più forte di noi. Poi ho letto che il dritto e il rovescio di Maria Sharapova sono migliori dei miei, e che l'avrei battuta solo grazie al servizio. Allora ho pensato: 'Beh, aspettate un attimo: e le mie volèe, la velocità, la ricerca degli angoli?'. Io faccio muovere le avversarie, uso il cervello e per questo vinco. Il termine 'potenza' viene etichettato negativamente”.