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Marco Caldara
13 October 2017

Un catalano doc alla guida della Davis spagnola

Almeno nel tennis la politica spagnola resta fuori dallo sport: la panchina di Coppa Davis era destinata a Sergi Bruguera (catalano) e referendum e polemiche non hanno influito. Cambio anche per la Fed Cup: arriva Anabel Medina-Garrigues, che parla da ex allenatrice di Jelena Ostapenko e medita addirittura di tornare nel Tour come giocatrice.
I fischi in nazionale a Gerard Pique, difensore catalano della Spagna che non ha mai nascosto le sue idee indipendentiste, raccontano di come la linea che separa fra sport e politica possa essere spesso molto, molto sottile. Ma il pianeta tennis, anche stavolta, sembra orbitare in una galassia a sé rispetto al cugino malato che alle palline ha preferito il pallone, come conferma la recente elezione a capitano di Coppa Davis di Sergi Bruguera. Un personaggio di spessore del tennis spagnolo, con due titoli al Roland Garros e il numero 3 della classifica ATP, ma anche un catalano doc, nato, cresciuto e sempre rimasto a Barcellona. Eppure, dopo il “no grazie” di Juan Carlos Ferrero, che con estrema correttezza ha spiegato di voler dare priorità alla collaborazione nata nel corso dell’estate con Alexander Zverev, il candidato numero uno è diventato lui e le questioni politiche sono rimaste fuori dalla porta. Così, dal 2 al 4 febbraio prossimi, sulla panchina spagnola per il duello casalingo con la Gran Bretagna ci sarà lui, tornato ad avere un ruolo attivo nel tennis “pro” negli ultimi quattro anni, trascorsi nel team di Richard Gasquet come coach-consulente per i tornei più importanti (alla Lendl con Murray, per intenderci). L’arrivo di Bruguera è un bel messaggio di distensione offerto dallo sport alla politica, e a livello regolamentare la sua presenza in panchina non sarebbe un problema nemmeno nel caso – che resta comunque remoto – in cui la Catalogna ottenesse l’indipendenza, visto che nessuna regola vieta di avere sulla panchina un capitano di diversa nazionalità.
NAZIONALE CATALANA DA GRUPPO 1
La Coppa Davis – ha detto nella conferenza stampa tenuta dalla RFET per la sua presentazione – è la competizione in cui si sente la maggiore pressione, perché non si gioca per sé stessi ma per il proprio paese. Il ruolo del capitano è fondamentale, perché si può discutere con i giocatori e magari anche riuscire a cambiare l’esito di un incontro. Da giocatore non avevo mai pensato a questa opzione, ma dopo il ritiro uno valuta tutte le opportunità che gli piacerebbe cogliere. Questa è senza dubbio una di quelle”. Bruguera avrà la fortuna di ripartire subito dal World Group, riconquistato dalla Spagna nel 2016 dopo due stagioni nel Gruppo 1. Inutile dire che il suo successo come capitano passerà dalla capacità di saper coinvolgere Rafael Nadal, assente nel 2017. “Ho già parlato con Rafael e con il resto dei giocatori – ha detto – e sono tutti molto motivati. Ho trovato tanta voglia di far parte del team che sfiderà la Gran Bretagna, e la loro voglia di vincere mi dà grande energie. Abbiamo ottimi giocatori: Rafa è tornato numero uno, Carreno-Busta è entrato fra i primi 10 e Bautista Agut è in lotta per le ATP Finals. Penso che ci siano i mezzi per provare a vincere di nuovo la Davis”. Fra i “papabili” anche Albert Ramos, numero 4 di Spagna e 25 del mondo. Sarebbe il 30enne nativo di Matarò (Barcellona) la stella di una ipotetica nazionale catalana, che potrebbe contare anche su un buon singolarista come Marcel Granollers e su un doppio capace di due finali Slam e un titolo ATP Finals, composto dallo stesso Granollers e dallo specialista Marc Lopez. Difficilmente varrebbero il World Group, ma nel Gruppo 1 attuale ci starebbero senza problemi.
LA MEDINA GARRIGUES MOLLA LA OSTAPENKO?
Visto che Conchita Martinez era anche capitana del team femminile, la sua “cacciata” ha liberato il posto sulla panchina di Fed Cup, finito nelle mani di Anabel Medina Garrigues. Una notizia che ci riguarda da vicino, visto che la sua prima uscita alla guida di Muguruza e compagne sarà a febbraio in Italia, dopo che proprio contro l’Italia (nel 2016 a Lleida) la 35enne valenciana ha giocato per l’ultima volta in nazionale. Dopo una buona carriera in singolare, con 11 titoli e il best ranking al n.16 WTA, la Medina Garrigues si è dedicata con profitto al doppio, e poi quasi da un giorno all’altro si è trovata sulla panchina di Jelena Ostapenko. Avevano iniziato una collaborazione una tantum, poi la lettone ha vinto il Roland Garros e la spagnola è diventata la sua allenatrice full-time, capace di accompagnarla fino alla qualificazione alle WTA Finals di Singapore. Eppure, a sentire le sue parole nella conferenza stampa, pare che la collaborazione sia terminata con la trasferta asiatica appena conclusa. “Quando mi hanno contattata per offrirmi il ruolo – ha detto – è stato molto difficile, perché stavo lavorando con Jelena Ostapenko, ma essere capitana della nazionale è davvero il massimo. Mi piacerebbe essere una capitana con carattere, che proverà a coinvolgere tutte le giocatrici per portare la Spagna al miglior risultato possibile”. In attesa di capirne di più sulla collaborazione con la Ostapenko, la spagnola ha aggiunto un altro motivo d’interesse al suo capitanato, visto che la sua carriera da giocatrice non è ancora terminata. “Avevo tutto programmato, sapevo quando mi sarei ritirata, ma un infortunio ha cambiato le carte in tavola. Quindi, visto che i primi due turni di Fed Cup saranno a febbraio e aprile, al termine di quelli mi piacerebbe giocare ancora qualche torneo. Per ritirarmi sul campo”.
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