JELENA SEMBRA DIMAGRITA
A quel punto, forse, ha pensato di potercela fare. Neanche il tempo di elaborare la possibilità e la Ostapenko si aggiudicava i primi otto punti del secondo set, volando rapidamente 3-0 e poi 6-1. Pur non essendo dotata di un servizio devastante, la Ostapenko ha tirato cinque ace nel parziale e ha ceduto appena quattro game nei turni di servizio. Nel terzo è tornato l'equilibrio, anche se per la Haddad Maia è stata una gara a handicap: si è trovata per tre volte in svantaggio di un break, ma ha sempre tenuto duro fino a riagganciare l'avversaria sul 4-4. Pur essendo di un anno più giovane, Jelena ha fatto valere la sua esperienza portando a casa otto degli ultimi nove punti, tenendo a zero l'ultimo turno di servizio. “Sono comunque felice, per me è stata una settimana speciale, inoltre c'era una grande atmosfera – ha detto la Haddad Maia – la finale è stata equilibrata, abbiamo giocato bene entrambe. Jelena è molto forte, la conosco sin dai tempi dei tornei giovanili. È stata una bella esperienza perché abbiamo lottato su ogni palla”. Il titolo a Seul non passerà alla storia, ma per Jelena (accompagnata solo dalla madre, non c'era Anabel Medina Garrigues) è un segnale importante, anche perché prima di Parigi aveva perso tre finali su tre. La lèttone è parsa dimagrita: forse si è resa conto che un ulteriore salto di qualità passerà da una migliore condizione atletica. C'è ancora molto da fare, ma in fondo va bene così: non avere margini di miglioramento ad appena 20 anni non sarebbe una buona notizia.
WTA INTERNATIONAL Seul – Finale
Jelena Ostapenko (LET) b. Beatriz Haddad Maia (BRA) 6-7 6-1 6-4