Almeno uno, la Grecia non l'ha perso. Avevano origini elleniche campioni come Pete Sampras e Mark Philippoussis; possiede origini greche anche Nick Kyrgios, senza dimenticare l'aspirante campione Thanasi Kokkinakis. Ma nessuno potrà strappare alla sua terra Stefanos Tsitsipas, il ragazzo del 1998 che ha un po' l'aria del Dio Greco con i lineamenti gentili, i capelli biondi e un'affabilità fuori dal comune. Si era già fatto notare, ma il successo su Richard Gasquet (6-3 6-4 lo score) al torneo ATP di Doha profuma di mezza consacrazione. “Lo guardavo in TV sin da quando avevo 8-10 anni – ha detto il greco – non avrei mai immaginato che un giorno ci saremmo affrontati. Oggi è stato possibile e ci ho messo tutto il cuore che avevo, dando il meglio”. Adesso avrà un bel test contro Dominic Thiem: in caso di successo, sarebbe la prima vittoria contro un top-5 ATP. Ma se non sarà oggi, la crescita di Stefanos sembra già scritta, scolpita nella pietra. È lui, insieme a Rublev e Shapovalov, il più bello da vedere tra i ragazzi della famigerata Next Generation. Non solo perché farà battere i cuori di tante ragazzine, ma perché gioca un gran bel tennis. Rovescio a una mano, certo, ma anche la voglia di variare, di fare qualcosa di diverso. Insomma, un giocatore propositivo. Se non ci saranno intoppi, Tsitsipas è uno degli esempi di come il tennis possa sempre sopravvivere a se stesso, anche al termine di un'epoca straordinaria come quella segnata da Roger Federer e Rafael Nadal. Il 2017 è stata una stagione importante per Tsitsipas: partito dal numero 210 ATP, ha chiuso in 91esima posizione, ha colto la sua prima semifinale ATP (ad Anversa) e ottenuto la prima vittoria contro un top-10 (su David Goffin).