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Un maxischermo per Jelena. E il Presidente....

E' Ostapenko-Mania in Lettonia: grazie alla collaborazione tra federtennis e TV di stato, sarà allestito un maxischermo nel cuore di Riga, nella piazza che ospita il Monumento alla Libertà, simbolo del Paese. E il Presidente della Repubblica l'ha già chiamata al telefono (trovando solo la madre). Jelena completerà il capolavoro?

“Non ha niente da perdere. La pressione sarà tutta dall'altra parte”. Parola di Anabel Medina Garrigues, (miracolosa) coach pro-tempore di Jelena Ostapenko. E' il gran giorno: la 20enne di Riga giocherà la sua prima finale Slam, al Roland Garros, contro la (stra)favorita Simona Halep. In caso di vittoria, la rumena diventerebbe numero 1 WTA ed emulerebbe il vecchio successo di Virginia Ruzici, datato 1978. Da parte sua, Jelena si presenta da numero 47 WTA. Prima di questo torneo non aveva mai raggiunto la seconda settimana in uno Slam, ed è ancora a secco di titoli WTA. Il primo potrebbe essere uno Slam, chissà. E' difficile entrare nel mondo di questa ragazza col viso ancora bambinesco. C'è chi vede tanta dolcezza, ma anche chi pensa abbia una faccia da schiaffi. Non si sa molto di lei, se non che è iperattiva. “Parla veloce, pensa veloce, fa tutto veloce” dice la Medina Garrigues, la prima ad abbracciarla dopo il successo sulla Bacsinszky, insieme a mamma Jelena e al manager Ugo Colombini. Anabel è ancora una giocatrice, progettava di rientrare dopo un grave infortunio, poi ha accettato di darle una mano per la stagione sul rosso, su suggerimento dello stesso Colombini ("Mi ha detto che era abituata a lavorare con le donne, visto che è sempre stata seguita dalla madre")

LA CHIAMATA DEL PRESIDENTE
​Hanno provato a chiederle qualcosa sulla sua vita, anche quella passata, ma non c'è niente da fare: Jelena si nasconde dietro risposte brevi, trancianti e frettolose. L'unica vera curiosità riguarda una chiamata del Presidente della Repubblica Raimonds Vējonis. La Lettonia non ha troppi eroi sportivi: c'era giusto Ernests Gulbis, semifinalista proprio a Parigi nel 2014, ma non sta certo vivendo il suo miglior momento. E allora l'interesse è tutto su Jelena. “Il Presidente ha parlato con mia madre, me lo ha riferito lei – dice la Ostapenko – nessuno ha il mio numero di telefono. Comunque sì, è un buon presidente”. A vederla, non ha un fisico troppo atletico. Però si è mossa piuttosto bene, partita dopo partita, soprattutto nei quarti contro Caroline Wozniacki. Forse i sette anni di ballo sono (dai 5 ai 12 di età) le hanno davvero dato una certa coordinazione, fondamentale per chi tira così forte, quasi a occhi chiusi. Sotto certi aspetti ricorda Camila Giorgi, se non altro per l'esplosività dei due fondamentali. Però Jelena ha reso il suo tennis più tattico, meno casuale. E c'è molto della Medina Garrigues, anche se la lèttone non va oltre concetti piuttosto semplici: ha esperienza, hanno lavorato su tante cose, eccetera. Anni fa, la Ostapenko aveva avuto il sostegno economico del Grand Slam Development Fund, segno che la sua famiglia non era certo ricca come quella di Gulbis. La madre insegna tennis, il padre è stato un discreto calciatore (“Ha giocato in Ucraina, ma non ricordo la squadra, era nei pressi di Dnipro”), ma Jelena – che pure ride davanti ai giornalisti e ritiene 'divertenti' le conferenze stampa – non rivela molto di sé. Dice di aver iniziato a giocare contro il muro, e di essersi dedicata interamente al tennis solo quando aveva quindici anni. Proprio in quel periodo vinceva il Torneo dell'Avvenire, al via proprio in queste ore. Dai campi del Tennis Club Ambrosiano, in Via Feltre a Milano, al Campo Philippe Chatrier, il passaggio è stato piuttosto rapido. E Jelena sogna di diventare il 17esimo giocatore (uomini e donne compresi) a vincere uno Slam dopo aver trionfato all'Avvenire.

MONUMENTO ALLA LIBERTA'
Lei preferisce far parlare il campo, soprattutto con un rovescio che è il colpo naturale, anche se il dritto fa altrettanto male (“Dopo averci lavorato a lungo, lo gioco con più fiducia”). Sul resto, non sembra troppo disposta a raccontarsi. Le piace leggere (i gialli di Agatha Christie), la musica pop (anche Enrique Iglesias) e passare del tempo con la famiglia e gli amici. “Il tennis non è molto popolare in Lettonia, viene ancora visto come uno sport molto costoso. Però dopo questo successo, immagino che al mio rientro ci sia un certa attenzione”. E' riuscita a creare un'attesa spasmodica, altroché. La finale contro Simona Halep sarà trasmessa dalla TV di stato (LTV 7) e, soprattutto, a Riga hanno allestito un maxischermo presso il Monumento alla Libertà, uno dei luoghi-simbolo della giovane Repubblica di Lettonia. L'operazione è stata possibile grazie a una collaborazione tra l'emittente e la federtennis. “Non sarà facile, ma credo che Jelena sia sufficientemente forte e ben preparata. Non vediamo l'ora di assistere al match” ha detto il segretario generale Karlis Lejnieks. Oltre a quello in piazza, saranno allestiti altri schermi nei principali centri commerciali di Riga: Mols, Alfa, Domina e Spice. Un paese intero si fermerà, abbagliato dal talento di questa 20enne che ha fatto irruzione nel tennis che conta. “Non so cosa aspettarmi, Jelena è imprevedibile – ha detto Simona Halep – tira molto forte, quindi il piano di gioco sarà simile a quello espresso contro la Pliskova. Ma devo pensare soprattutto a me stessa”. Il pronostico razionale dice Halep, ma come si fa a sottovalutare Jelena Ostapenko? Schiaffi o carezze, il suo volto non lascia indifferenti. Così come il suo tennis.

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