LA CHIAMATA DEL PRESIDENTE
Hanno provato a chiederle qualcosa sulla sua vita, anche quella passata, ma non c'è niente da fare: Jelena si nasconde dietro risposte brevi, trancianti e frettolose. L'unica vera curiosità riguarda una chiamata del Presidente della Repubblica Raimonds Vējonis. La Lettonia non ha troppi eroi sportivi: c'era giusto Ernests Gulbis, semifinalista proprio a Parigi nel 2014, ma non sta certo vivendo il suo miglior momento. E allora l'interesse è tutto su Jelena. “Il Presidente ha parlato con mia madre, me lo ha riferito lei – dice la Ostapenko – nessuno ha il mio numero di telefono. Comunque sì, è un buon presidente”. A vederla, non ha un fisico troppo atletico. Però si è mossa piuttosto bene, partita dopo partita, soprattutto nei quarti contro Caroline Wozniacki. Forse i sette anni di ballo sono (dai 5 ai 12 di età) le hanno davvero dato una certa coordinazione, fondamentale per chi tira così forte, quasi a occhi chiusi. Sotto certi aspetti ricorda Camila Giorgi, se non altro per l'esplosività dei due fondamentali. Però Jelena ha reso il suo tennis più tattico, meno casuale. E c'è molto della Medina Garrigues, anche se la lèttone non va oltre concetti piuttosto semplici: ha esperienza, hanno lavorato su tante cose, eccetera. Anni fa, la Ostapenko aveva avuto il sostegno economico del Grand Slam Development Fund, segno che la sua famiglia non era certo ricca come quella di Gulbis. La madre insegna tennis, il padre è stato un discreto calciatore (“Ha giocato in Ucraina, ma non ricordo la squadra, era nei pressi di Dnipro”), ma Jelena – che pure ride davanti ai giornalisti e ritiene 'divertenti' le conferenze stampa – non rivela molto di sé. Dice di aver iniziato a giocare contro il muro, e di essersi dedicata interamente al tennis solo quando aveva quindici anni. Proprio in quel periodo vinceva il Torneo dell'Avvenire, al via proprio in queste ore. Dai campi del Tennis Club Ambrosiano, in Via Feltre a Milano, al Campo Philippe Chatrier, il passaggio è stato piuttosto rapido. E Jelena sogna di diventare il 17esimo giocatore (uomini e donne compresi) a vincere uno Slam dopo aver trionfato all'Avvenire.