ALLIEVO DI MARIANO MONACHESI
Nel secondo set ha ribattuto colpo su colpo, arrivando a giocarsi ben quattro setpoint sul 5-4. In tre occasioni non è riuscito a rispondere (su un paio avrebbe potuto fare meglio), mentre Johnson è stato bravo a infilare un dritto in contropiede l'unica volta che ha dovuto tirare il colpo dopo il servizio. Persa l'occasione, Liam ha giocato un tie-break a handicap. Subito in svantaggio 4-0, non ha saputo ricucire lo strappo. Restano sensazioni positive. Ci vorranno mille altre prove del nove, ma sembra un giocatore “vero”. Per essere più chiari: tra i top-50 sono transitati elementi che non hanno granché più di lui. Ma un giocatore si basa su tanti elementi, non tutti visibili a occhio nudo. Per costruirli tutti, Caruana si è rivolto a un coach di altissimo profilo: Mariano Monachesi. L'argentino vive nel tour da oltre 20 anni e ha seguito quasi tutti i giocatori della “Legiòn”, spesso portandoli ai migliori risultati: Coria, Chela, Canas, Calleri, Zabaleta... ha lavorato anche in Spagna, con Tommy Robredo e Nicolas Almagro. È più recente il tentativo effettuato qualche anno fa con Gianluigi Quinzi, fallito (come tanti, troppi esperimenti del marchigiano). Oggi dirige un'accademia a Buenos Aires insieme a Mariano Hood, che già da tempo segue i progressi di Caruana. Monachesi era ad Auckland, segno che il progetto è serio. D'altra parte, volendo credere al sito dell'Accademia, in questo momento non ci sono giocatori di primissimo piano. E allora Caruana può essere un buon cavallino su cui puntare. Quel mix tra Stati Uniti e Argentina ha già funzionato con Jared Donaldson: dovesse ripetersi con Caruana, a beneficiarne sarebbe l'Italia. Mica male, no?
ATP 250 AUCKLAND – Primo Turno
Steve Johnson (USA) b. Liam Caruana (ITA) 7-5 7-6