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Una lunga avventura all'ombra della Tour Eiffel

Anno dopo anno, l'incredibile costruzione della leggenda parigina di Rafal Nadal. Ha vinto il suo primo titolo nel 2005, quando aveva i capelli lunghi, una canotta smanicata e i pantaloni alla pescatora. Oggi ha 31 anni, meno capelli e un look meno trasgressivo, ma ha saputo risorgere dalle sue ceneri agonistiche.
2005 – NADAL b. PUERTA 6-7 6-3 6-1 7-5
Un Rafa appena diciottenne (avrebbe compiuto 19 anni durante il torneo) dimostrò che i successi nelle settimane precedenti non erano un caso. Con la canotta smanicata e i pantaloni alla pescatora superò Federer in semifinale, poi nel match clou trovò Mariano Puerta. Mesi dopo, si scoprì che l'argentino era risultato positivo a un controllo antidoping effettuato dopo la finale. Un Rafa più difensivo che propositivo soffrì nel primo set, perdendolo, poi si mostrò fisicamente più forte portandosi in vantaggio. Nel quarto rischiò grosso (Puerta ebbe due setpoint sul 5-4), ma alla fine la spuntò. Dopo i festeggiamenti, trovò nell'armadietto un biglietto dello zio Toni. Lo informava che Puerta aveva giocato meglio di lui, spiegandogli su cosa avrebbe dovuto lavorare.



2006 – NADAL b. FEDERER 1-6 6-1 6-4 7-6
Poche settimane prima, Roger Federer aveva quasi risolto l'enigma-Nadal nella finale del Foro Italico. Per questo, i set lasciati per strada contro Mathieu e Hewitt facevano pensare a una finale decisamente equilibrata. Lo svizzero partì forte, dominando il primo set. Nonostante il rumoroso tifo del pubblico, Rafa trovò il modo di girare la partita. Il quarto set fu bagarre: Nadal servì sul 5-4, ma Federer la rimise in piedi in extremis. Ma c'è un motivo se Fernando Verdasco ha detto che Nadal ha la migliore testa di tutti i tempi: vinse il tie-break e centrò il bis.



2007 – NADAL b. FEDERER 6-3 4-6 6-3 6-4
Seconda finale consecutiva tra i due super-rivali. Federer scese in campo convinto di farcela, confortato dal successo di qualche settimana prima ad Amburgo, dove aveva messo fine all'incredibile striscia vincente di Rafa su terra battuta: 81 partite. Ma Nadal era giunto in finale senza perdere un set nonostante avversari decisamente ostici come Hewitt, Moyà e Djokovic. Lo svizzero giocò un buon match, gli portò via il secondo set, ma non diede mai l'impressione di potercela fare (che invece c'era stata l'anno prima). Preso il break decisivo nel terzo game del quarto set, Rafa non lo mollava più. L'ultimo dritto di Roger finiva lungo e Nadal si lasciava cadere per terra, per la terza volta di fila.



2008 – NADAL b. FEDERER 6-1 6-3 6-0
Fino a qualche giorno fa, lo Slam più dominato. Spazzò via tutti gli avversari fino alle semifinali, lasciando la miseria di tre game a ottimi specialisti come Almagro e Verdasco. Come l'anno prima, pescò Novak Djokovic in semifinale. Il serbo fu l'unico a trascinarlo almeno a un tie-break, mostrando i primi segnali di quello che sarebbe successo negli anni a venire. In finale, un Federer meno forte degli anni precedenti fu cancellato con severità cannibalesca. Lo svizzero raccolse appena quattro giochi contro un Rafa ancora smanicato ma con i calzoncini leggermente più corti: fu l'antipasto della finale di Wimbledon, uno dei match più famosi di sempre, quando riuscì a violare i sacri prati di Church Road.



2010 – NADAL b. SODERLING 6-4 6-2 6-4
Il torneo della rivincita. L'anno prima, fu proprio lo svedese a mettere fine alla sua imbattibilità sul Campo Chatrier. Era un Nadal con le ginocchia martoriate, ma ciò che gli fece più male furono i fischi all'uscita dal campo. Meditò vendetta per un anno intero, poi il destino gli fece un favore: in finale trovò proprio il Robin Hood svedese, stavolta messo KO in tre set facili facili. Numeri alla mano, l'avversario più duro di quell'edizione fu Nicolas Almagro...Un generoso Jurgen Melzer lo costrinse a giocare un tie-break in semifinale, ma era tutto scritto. E intanto la maglietta di Rafa era diventata una classica polo.



2011 – NADAL b. FEDERER 7-5 7-6 5-7 6-1
Novak Djokovic si presentò a Parigi ancora imbattuto in stagione, ma incappò in uno strepitoso Roger Federer in semifinale. Fu una delle partite più belle di sempre, un concentrato di elettricità ed emozioni che fece un gran favore a Nadal: in quel momento, il serbo era un enigma quasi indecifrabile per lui. Al contrario, aveva ottime sensazioni e ricordi contro lo svizzero. Federer giocò un'ottima partita, forse la migliore contro Nadal a Parigi, ma tenne duro per tre set prima di crollare al quarto. Avesse intascato il tie-break del secondo, chissà. Da parte sua, Rafa aveva rischiato qualcosa al primo turno contro John Isner. A suon di bombe, l'americano piombò avanti due set a uno, ma Rafa tenne duro nel momento del bisogno. E così arrivò il titolo numero 6.



2012 – NADAL b. DJOKOVIC 6-4 6-3 2-6 7-5
Dai e dai, Rafa aveva trovato il modo di contrastare il dominio di Djokovic. Ci aveva perso sette finali di fila e finalmente interruppe il trend. Fu un Roland Garros tutto sommato semplice, senza nessun patema fino alla finale. Solo Nico Almagro, nei quarti, gli fece giocare un tie-break. Tutto facile in semifinale contro Ferrer, poi Djokovic lo mise alla frusta. Dopo due set di routine, il serbo ritrovò le sensazioni dell'anno prima e per poco non lo portava al quinto. Si giocò in una domenica scura, con una pioggerellina costante che rese il campo lento e pesante, fino alla sospensione sul 2-1 per Nole al quarto. I due tornarono in campo al lunedì e la spuntò Rafa, ancora una volta, con Djokovic autore di un doppio fallo sul matchpoint. Col senno di poi, la sospensione fu salvifica.



2013 – NADAL b. FERRER 6-3 6-2 6-3
Una finale banale dopo un torneo non così semplice. Ai primi due turni, Brands e Klizan gli portarono via un set, ma il Roland Garros 2013 è ricordato per l'incredibile semifinale contro Novak Djokovic, sempre più desideroso di vincere a Parigi. Fu una battaglia, passata alla storia per l'ingenua invasione di campo di Djokovic sul 4-3 per lui al quinto, avanti di un break, su una palla che gli avrebbe dato la chance del 5-3. Quell'errore pesò come un macigno nella psiche del serbo, sconfitto 9-7. In premio, Rafa ottenne una finale non difficile contro David Ferrer, che in “semi” aveva sfruttato i tremori di Tsonga. Fu un successo storico: nessun tennista uomo aveva mai vinto per otto volte la stessa prova del Grande Slam. Ma Rafa aveva ancora pagine da scrivere...



2014 - NADAL b. DJOKOVIC 3-6 7-5 6-2 6-4
Con Federer sempre meno competitivo su terra, e un Murray non ancora convinto delle sue potenzialità, il Roland Garros 2014 è stata una lotta a due tra Rafa e Nole. Nei turni preliminari, il maiorchino lasciò per strada soltanto un set (di distrazione) contro Ferrer nei quarti, mentre schiantò Murray in semifinale. Il momento chiave della finale fu il secondo set: perso il primo, Nadal produsse il massimo sforzo per non finire sotto di due. L'avesse perso, probabilmente Nole avrebbe intascato il suo primo successo a Parigi con un paio d'anni di anticipo. Nole spese ogni energia per arrivare sul 5-5, ma lo perse ugualmente e ne pagò le conseguenze nel terzo e nel quarto. Anche stavolta, Nole chiuse con un doppio fallo, peraltro polemizzando con qualcuno nel pubblico che gli aveva dato fastidio. Sarebbero poi arrivate due edizioni terribili per Rafa, ma la leggenda non era ancora finita.



2017 – NADAL b. WAWRINKA 6-2 6-3 6-1
E' storia recente, è storia gloriosa. Senza nulla togliere a Margaret Court, brava a vincere per 11 volte l'Australian Open, il dieci successi parigini di Nadal sono qualcosa di straordinario e irripetibile. I pezzi del puzzle si sono rimessi insieme, ed è sembrato di essere tornati al 2008, quando non esistevano avversari. Ha perso 35 game in 7 partite, ridicolizzando in finale un campione come Stan Wawrinka. Tutto facile da sembrare banale: ma non c'è stato nulla di banale nel grande successo di Rafa, impeccabile sin dal primo turno, tanto da concedersi un terrificante 6-0 6-1 6-0 al povero Basilashvili. Numeri alla mano, l'avversario più ostico è stato Robin Haase al secondo turno...Scritta la leggenda, è possibile che Rafa possa vincere ancora. Secondo Guga Kuerten potrebbe intascare altri 3-4 titoli a Parigi. C'è da credergli?

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