Redazione
30 August 2017

Le dieci follie di Fognini

Gli insulti rivolti allo Us Open alla giudice di sedia Louise Engzell sono solo l'ultima delle follie di Fabio Fognini, diventato l'incubo di arbitri e linesman. Dalla famosa sceneggiata di Wimbledon con Pascal Maria, costata 27.500 dollari di multa, allo "zingaro di m***a" rivolto a Krajinovic, la lite con Nadal e tanto altro. Anzi, troppo altro.
Stavolta Fabio Fognini l'ha fatta davvero grossa. Gli insulti rivolti alla giudice di sedia Louise Engzell durante il match dello Us Open perso contro Stefano Travaglia stanno facendo il giro del mondo, e se dovessero finire nelle mani dell'ITF il ligure rischia quantomeno una multa salatissima, se non una squalifica. Difficile chiudere un occhio (anche se non sarebbe la prima volta) di fronte a un episodio così, in un torneo del Grande Slam, a maggior ragione perché il numero uno d'Italia non è nuovo a smarrire bussola e testa, e lasciarsi andare a dei comportamenti inaccettabili. Ecco la top-10 di ciò che non avremmo mai voluto vedere.

AMBURGO 2014
Luglio 2014, ATP 500 di Amburgo. Fabio Fognini deve difendere i 500 punti della vittoria dell'anno precedente, ma arriva in Germania dopo una brutta stagione sulla terra battuta e dura soltanto un match. Lo perde per 6-4 6-0 contro Filip Krajinovic, etichettando il serbo come "zingaro di m***a". L'ATP l'ha multato e ha aperto un fascicolo sul caso. È stata una delle poche volte che si è scusato, almeno pubblicamente.
INDIAN WELLS 2014
Fognini-Harrison, secondo turno del Masters 1000 di Indian Wells del 2014. Fognini perde il primo set per 7-5, ma reagisce. Sul 15-30 nel secondo game del secondo set, il giudice di linea chiama erroneamente “out” un suo recupero di rovescio. Occhio di falco dà ragione a Fabio, ma invece che assegnargli il punto il giudice di sedia Mohamed El Jennati fa ripetere il punto, perché la chiamata è arrivata nello stesso momento in cui Harrison ha colpito la palla. Fognini non ci sta, obbligando addirittura a intervenire il supervisor Lars Graff. Vincerà comunque il punto, il game e anche la partita.
MONTE CARLO 2014
Una delle meno gravi dal punto di vista regolamentare, ma forse la più grave per la sua carriera. Fognini arriva a Monte Carlo da n.13 del mondo dopo aver annichilito Andy Murray in Coppa Davis, ma non riesce a difendere la semifinale dell’anno prima buttando al vento il match con Jo-Wilfried Tsonga. Durante un cambio campo litiga con papà Fulvio seduto in tribuna, e perde la concentrazione. Ne seguono mesi difficilissimi, da cui Fabio non si è mai rialzato del tutto.
SHANGHAI 2014
La peggior sconfitta della carriera di Fognini, salutata con un gestaccio in mondovisione. Sempre nel 2014 degli orrori, al primo turno del Masters 1000 di Shanghai. Una versione terribile del tennista ligure, che passa il match a litigare col mondo, perde per 7-6 6-4 contro lo sconosciuto cinese Chuhan Wang, numero 553 della classifica mondiale, e all’uscita dal campo risponde a modo suo ai (pochi) fischi del pubblico.
WIMBLEDON 2013
Nemmeno il Tempio del tennis si è salvato dalle sceneggiate di Fognini. Quella del 2013 ai Championships è una delle più famose, anche per la multa record di 27.500 dollari presentata dall’ITF. Fognini non accetta una chiamata del giudice di linea Pascal Maria, mettendo in piedi un teatrino tanto divertente (anche per il giudice di sedia, che scoppia a ridere) quanto inaccettabile per il regolamento. Perderà quarto set e partita.
AMBURGO 2015
A un anno dallo “zingaro di m***a” Fognini torna a far parlare di sé ad Amburgo per i risultati, spingendosi fino in finale, giocata alla pari con Rafael Nadal. Perderà per 7-5 7-5 con più di un rimpianto, ma nella memoria degli appassionati resta soprattutto la piccola lite col maiorchino. Il colpevole? Non Nadal, ma lo zio Toni e il suo coaching non autorizzato. E impunito.
SHANGHAI 2013
Un anno prima di mostrare il dito medio, a Shanghai Fognini si era già fatto notare per la discussione con Mohamed Lahyani. Impegnato contro Djokovic, Fabio riceve un paio di richiami e non accetta di essere ripreso dall’arbitro, che a sua volta alza la voce. Finirà a suon di “hai paura” e “ci vediamo fuori”, come nei peggiori stadi. Di calcio però.
PARIGI-BERCY 2014
Ottobre 2014, Masters 1000 di Parigi-Bercy. Fognini perde 7-6 7-6 con un Lucas Pouille al tempo numero 176 del mondo, e nel corso del match discute aspramente col giudice di sedia Carlos Bernardes. Alla fine dell’incontro, nonostante Fabio ci provi in tutti i modi, l’arbitro brasiliano gli nega la stretta di mano. Una delle prime volte nella storia del tennis.
MADRID 2014
La faida di Shanghai fra Fognini e Lahyani, in realtà era iniziata già a Madrid, nel match di Fabio contro Dolgopolov. I due non concordano su una chiamata (il giudice di sedia la valuta fuori, mentre Fognini ripete di non vedere spazio tra il segno della palla e la riga), Fabio perde il match e non le manda a dire all’arbitro svedese. A fine match gli chiede di vedersi di fuori, ripetendogli di “non avere paura”.
US OPEN 2017
And last but not least, ultimo ma non per importanza, l'episodio del primo turno dello Us Open. Fabio si arrabbia (con più ragione che torto) per una non chiamata nel tie-break del secondo set, che l'avrebbe mandato al servizio sul 5-4. Non perde il set per quell'episodio, ma nella sua mente ha un peso troppo importante. Si prende un penalty point per una palla scagliata via, e inizia il terzo set da 0-15, finendo subito sotto per 2-0. Quando recupera lo svantaggio, non le manda a dire alla Engzell, totalmente incolpevole. Sanzioni in vista?
© RIPRODUZIONE RISERVATA