LA QUESTIONE AZARENKA
Non se la passa affatto meglio Victoria Azarenka, che teoricamente dovrebbe tornare in campo fra una decina di giorni al WTA International di Auckland. Tuttavia, la bielorussa non dà segni di vita sui social da quasi un mese e
ci sono alcuni indizi che dicono che difficilmente potrà onorare la wild card chiesta e prontamente ricevuta. Il primo è la totale assenza di un team, dopo il recente addio a coach e preparatore atletico, e mentre il secondo (e più importante) è lo stesso da qualche mese: la battaglia legale con l’ex compagno Billy McKeague per la custodia del figlio Leo, nato il 19 dicembre di un anno fa. Malgrado non sia trapelato quasi nulla di ufficiale, la diatriba è ancora aperta, come confermano alcuni commenti del giocatore di hockey Chris Wideman, grande amico di McKeague e padrino di Leo. Martedì Wideman
ha postato su Instagram una foto in compagnia del piccolo, accompagnata dal testo “
auguri al mio figlioccio”. A una follower che gli ha fatto notare come nella foto il bimbo non sembrasse felicissimo, ha risposto testualmente
“sono lacrime di gioia, perché non deve trascorrere il suo compleanno con quella criminale di sua madre”. E alla domanda su cosa mai avesse fatto la madre, ha scritto che “
in California la falsa testimonianza è un crimine”. La discussione, nella quale è intervenuta anche Lisa McKeague (sorella di Billy), è andata avanti, e Wideman – con un commento poi rimosso (l’unico) – ha addirittura consigliato alla ragazza di non comprare i biglietti dell’Australian Open, perché la Azarenka non giocherà. “
Sarà impegnata in tribunale nella contea di Los Angeles – ha scritto –, e sta solo cercando di tenere gli sponsor e i tifosi interessati [a se stessa]. Si ritirerà presto, con una storia triste”. Non è questa la sede per valutare se le parole di Wideman siano o meno fedeli alla realtà, ma di certo mostrano una situazione ancor più delicata di quanto sembrasse, in cui l’Australian Open passa totalmente in secondo piano.
Ne fa le spese la carriera di una delle più forti tennisti del mondo, ma soprattutto un bambino di solo un anno. Questo, purtroppo, sembra non considerarlo nessuno.