Marco Caldara
24 November 2017

Tomic, la corda si è spezzata: niente wild card

Bernard Tomic non riceverà una wild card per l'Australian Open. Le bizze comportamentali del 2017 e l'indifferenza ai tentativi di aiuto di Tennis Australia, lo obbligheranno a fare tutto con le proprie mani. "Sappiamo cosa può fare - ha detto Hewitt - ma deve tornare a farlo". Potrebbe giocare i play-off di dicembre, ma pare che non ne abbia voglia.
L’avevano avvisato, ma Bernard Tomic ha fatto spallucce e ora gli tocca accettarne le conseguenze. Salvo sorprese nelle prossime settimane, il 25enne di Gold Coast non riceverà alcuna wild card per l’Australian Open. È il risultato di un 2017 terribile, sia in campo con sole dodici partite vinte da gennaio a novembre, sia fuori, dove ha ribadito di giocare esclusivamente per soldi, macchiando ulteriormente un’immagine che pulita non lo è più da un pezzo. “Tomic ha avuto un anno molto difficile – ha detto Lleyton Hewitt ai giornalisti, in occasione della serata di lancio di un maxi-concerto di beneficenza pre-Aussie Open –, e si è allontanato dai suoi livelli migliori. Sappiamo tutti che tipo tennis è in grado di esprimere, ma se vuole garantirsi l’Australian Open deve tornare a impegnarsi e a giocare come sa fare”. In soldoni, l’attuale capitano di Davis e Wally Masur hanno deciso che per Tomic un invito per il primo Slam dell’anno non ci sarà (mentre l'hanno garantito a Thanasi Kokkinakis), e gli hanno suggerito di partecipare come tutti i comuni mortali ai play-off. Si terranno a dicembre a Melbourne Park, con sedici uomini e sedici donne a battagliare per due wild card. “Non prenderemo nessun’altra decisione prima del termine di play-off”, ha detto Hewitt, aggiungendo di aver parlato con Tomic e di averlo trovato piuttosto indeciso proprio programmi per l’estate australiana. Tuttavia, da ciò che trapela dai media sembra che Tomic non sia affatto intenzionato a scendere in campo per i play-off nazionali, e preferisca giocarsi le sue chance di conquistare l’Australian Open nelle qualificazioni del torneo vero e proprio. L’ennesima conferma del desiderio di fare sempre di testa propria, non dando retta ai suggerimenti di Tennis Australia, che qualche settimana fa aveva fatto sapere di essere pronta a offrirgli un supporto in termini di “salute e benessere”. Come è finita? Tomic non ha nemmeno risposto all’invito.
PENSA AI CHALLENGER, POI CAMBIA IDEA
​Quello di Tomic è un caso molto, molto particolare. Per il semplice fatto che spesso l’australiano si trova a pagare le conseguenze della sua abitudine a… dire la verità! Molto più di tutti gli altri. Certo, i tennisti ripeteranno in eterno che a spingerli c’è la passione, l’amore per lo sport, i riflettori sempre puntati addosso, ma prima di ogni altra cosa vengono i soldi. Per tutti o quasi. Tomic è uno dei pochissimi che lo dice apertamente, e per questo va rispettato. Tuttavia, è comprensibile che quando una Federazione deve scegliere chi supportare, vada a puntare su coloro che mostrano il maggior impegno. Tomic quest’anno non l’ha mai fatto, raggiungendo due soli quarti di finale a livello di ATP 250, e scivolando al numero 143. Una classifica insufficiente per guadagnarsi il main draw con le proprie mani, tanto che un paio di settimane fa sembrava che Tomic fosse seriamente intenzionato a giocare i tornei Challenger di Brescia e Andria, per raccogliere punti. Ma poi deve aver impugnato la calcolatrice e capito che nemmeno vincendo entrambi i tornei si sarebbe garantito il tabellone principale. Così ha fatto le valigie e se n’è tornato a casa, per godersi l’estate. E anche per dare ai severissimi media australiani altri motivi per parlare di lui. Per esempio, si è fatto tranquillamente vedere in un ristorante in compagnia di Ada Onur, arrestato qualche settimana fa e libero in attesa di giudizio, per numerosi capi d’imputazione fra i quali produzione e spaccio di cocaina. “Tomic è un vero australianoha detto l’avvocato di Onurperché non abbandona un suo amico solo perché su di lui pendono delle accuse”. Sarà vero, anche se è l’ennesima conferma della condotta discutibile di Tomic fuori dal campo. Soluzioni? Poche, se non il bivio che ha di fronte. Dice di giocare solamente per soldi, ma con la classifica attuale di soldi rischia di farne molto meno del solito. Ergo, ha finalmente un motivo per provare a darsi da fare, utilizzando quel 60% di impegno che, tempo fa, disse di essergli sufficiente per stare fra i top-20.
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