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Marco Caldara
07 December 2016

Il 2016 dei Murray. Ma anche di Gordon Reid!

La Scozia del tennis non ha chiuso il 2016 con due soli numeri uno. Ce n’è anche un terzo: il 25enne campione di tennis in carrozzina. Quest’anno ha vinto Australian Open, Wimbledon e le Olimpiadi, e con la finale al Masters si è guadagnato la vetta della classifica di fine anno. Malgrado una carrozzina rotta abbia rischiato di rovinargli i piani.
Almeno nel mondo del tennis, la Gran Bretagna deve dire grazie alla maggioranza del popolo scozzese, che nel settembre del 2014 ha votato “no” al referendum per la separazione dal Regno Unito. Perché se poco più di due anni più tardi si trovano con tre numeri uno del mondo, il merito è proprio della Scozia. Già, tre. Non solo i fratelli Andy e Jamie Murray, capaci di chiudere l’anno con due titoli Slam e la vetta della classifica di singolare l’uno e di coppia l’altro, insieme al brasiliano Bruno Soares. Ma anche il 25enne Gordon Reid, nuovo Re del tennis in carrozzina, che li ha seguiti in tutto e per tutto. A gennaio ha vinto l’Australian Open come Jamie, a luglio ha conquistato Wimbledon come Andy, e qualche settimana dopo si è guadagnato anche la medaglia d’oro alle Paralimpiadi di Rio de Janeiro. E per non farsi mancare nulla, anche lui come il più illustre connazionale si è giocato il numero uno del ranking al Masters di fine anno, disputato a Londra come le ATP Finals. Reid non è riuscito a vincerlo, arrendendosi per 4-6 6-4 6-4 al belga Joachim Gerard, ma il successo nella semifinale col francese  Stephane Houdet gli è bastato per riconquistare la corona, indossata per la prima volta dopo il titolo nel torneo a Cinque Cerchi.
Chiudere l’anno da numero uno è qualcosa di fantastico”, ha raccontato alla BBC dopo il torneo, iniziato con tante preoccupazioni a causa della… carrozzina. Già, perché nel viaggio di ritorno dalla California, dove il mese precedente aveva giocato il Masters di doppio, qualche tecnico aeroportuale poco attento gli ha rotto la carrozzina da gara. Non ha potuto farla riparare in tempo, così ha dovuto accontentarsi di un altro modello. “È l’unica che avevo a disposizione – ha raccontato – e nei primi allenamenti le sensazioni in campo erano terribili. Poi fortunatamente mi sono abituato”. Dopotutto, di problemi nella vita ne ha superati di ben peggiori, a partire da quella brutta forma di mielite trasversa, una sindrome del sistema nervoso centrale che provoca danni al midollo spinale, che a 13 anni l’ha obbligato alla sedia a rotelle. Sei settimane dopo l’uscita dall’ospedale ha vinto il primo torneo, e oggi è il più forte del mondo. “Il mio obiettivo per questa settimana era quello di riconquistare il numero uno, e sono super soddisfatto di esserci riuscito”. E mentre Murray dovrà stare attentissimo al probabile ritorno ad altissimi livelli di Novak Djokovic, Gordon può dormire sereno. È il migliore di tutti, e se sta bene gli altri possono solamente guardare.
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