ALTRI 2-3 MESI DI STOP
“Durante l'operazione ho imparato tante cose, su come muovere il corpo in un periodo di inattività”. Nishikori è rimasto in Belgio per circa un mese, effettuando la riabilitazione presso l'accademia della Clijsters. Tornato negli Stati Uniti, presso la IMG Academy, ha ripreso a colpire la palla con grande cautela. Non poteva utilizzare la solita racchetta, ma un attrezzo speciale del peso di 200 grammi, circa un terzo in meno rispetto al suo telaio abituale. Inoltre, tirava palle depressurizzate. Il recupero procede bene, ma c'è bisogno di tempo. “A volte sento ancora qualche fastidio muscolare e non è molto divertente”. Tuttavia, pur mantenendo la calma tipica dei giapponesi, ha più volte chiesto a medici e fisioterapisti quando avrebbe ripreso a giocare. “Mi hanno detto di non pensarci, il polso ha bisogno di tempo per guarire. Magari altri due mesi, o forse tre. Forse a gennaio o febbraio”. Insomma, la sua partecipazione in Davis è avvolta da un enorme punto interrogativo. Dovessimo scommettere ora, diremmo più no che sì. Per Fognini e company sarebbe una buona notizia: sul cemento giapponese, Kei sarebbe quasi inavvicinabile. In caso di sua assenza l'avversario più pericoloso sarebbe Yuichi Sugita, reduce da una stagione straordinaria, costellata dal primo titolo ATP. Dietro di lui una serie di buoni giocatori, ma ampiamente alla portata dei nostri: Taro Daniel (tornato ad allenarsi in Giappone dopo tanti anni in Spagna), l'eterno Go Soeda e il rampante Yoshihito Nishioka, pure lui fermo da marzo per un grave infortunio. In doppio dovrebbero giocare Yasutaka Uchiyama e il neo-acquisto Ben Mclachlan, scippato alla Nuova Zelanda e già schierato nello spareggio contro il Brasile. Ma senza Nishikori, è ovvio, sarebbe un altro Giappone. Ben più abbordabile.