Marco Caldara
20 December 2017

Vai in tribuna a Wimbledon? La squalifica lievita

La curiosa vicenda del tennista polacco Piotr Gadomski: squalificato nel 2015 da Tennis Integrity Unit per sette anni, lo scorso anno è stato pizzicato in tribuna alle qualificazioni di Wimbledon. Dov'è il problema? La sospensione non permette nemmeno di assistere a tornei ATP, WTA o ITF, quindi il 26enne polacco si è beccato altri 18 mesi (ma con la condizionale). Il caso opposto di Ivo Klec.
Le squalifiche non solo vanno digerite, ma vanno anche lette attentamente. Altrimenti c’è il rischio di finire di nuovo nei guai. È quello che è successo a Piotr Gadomski, 26enne polacco capace tre anni fa di arrivare vicino ai primi 300 della classifica ATP, ma costretto a dire addio ai sogni di gloria nel 2015, a causa di una squalifica da parte di Tennis Integrity Unit. L’avevano pizzicato, insieme al connazionale Arkadiusz Kocyla, a violare quattro punti del Programma anti-corruzione, squalificandolo per ben 7 anni. Da allora non ha più giocato tornei professionistici, ma è riuscito comunque, volontariamente o meno, a violare la sospensione nel giugno dello scorso anno, facendosi beccare in tribuna a Roehampton durante le qualificazioni di Wimbledon. Cosa ci facesse al Bank of England Sports Centre non è dato a sapersi, ma non ha nemmeno particolare rilevanza. Anche se Gadomski fosse stato a Londra solamente come spettatore, infatti, la sua presenza è comunque di una chiara violazione della sospensione, dato che lo stop imposto dal TIU non riguarda solo la partecipazione ai tornei, ma impedisce anche l’ingresso a tutti gli eventi del circuito professionistico di tennis: dai Futures agli Slam (racchiusi sotto l’egida dell’ITF), passando per ATP e WTA. Volendo credere alla buona fede del polacco, vien da pensare che magari nemmeno ricordava il "daspo" tennistico, o più probabilmente sperava che in un palcoscenico simile nessuno lo riconoscesse. Fatto sta che gli è andata male, e nella sentenza rilasciata martedì 19 dicembre dalla TIU, si legge che il giocatore ha ammesso la propria infrazione. Il professor Richard H. McLaren, che ha vagliato il caso, ha ritenuto adeguata una sospensione di ulteriori 18 mesi, da aggiungere ai 7 anni di pena già ricevuti. Tuttavia, la nuova sanzione è sospesa con la condizionale: se Gadomski non dovesse commettere violazioni da qui al termine degli 8 anni e 6 mesi la sanzione cadrà.
LE “COLPE” DI GADOMSKI
Al tempo della prima squalifica la storia del 26enne polacco non aveva avuto grande risonanza, perché la decisione era stata resa nota nella seconda settimana dello Us Open, quando l’attenzione dei media specializzati di tutto il mondo era naturalmente indirizzata altrove. Gadomski, vincitore in carriera di tre tornei Futures, era stato squalificato da Tennis Integrity Unit il 10 settembre del 2015, e condannato a sette anni di squalifica e al pagamento di una sanzione di 15.000 dollari (5 anni e 15.000 dollari erano stati invece dati a Kocyla), per aver violato ben quattro punti della sezione D del Programma. Ciò che è successo esattamente non si saprà mai, perché da statuto la TIU non rende di dominio pubblico le proprie indagini, e lavora esclusivamente in via confidenziale. Tuttavia, leggendo i quattro articoli in questione la sintesi dei fatti appare quasi naturale: Gadomski avrebbe provato a modificare l’esito di un evento, suggerendo a un altro giocatore – con l’utilizzo del denaro – di non giocare al massimo delle proprie possibilità, e in più avrebbe anche violato l’obbligo presente per tutti i tennisti di comunicare il prima possibile alla TIU qualsiasi attività sospetta di cui si viene a conoscenza. Da lì la squalifica che dovrebbe aver messo fine alla sua carriera, visto che lo terrà lontano dai campi almeno fino al settembre del 2022, e l’inibizione a mettere piede in qualsiasi evento del circuito professionistico. Non rientrano nella sanzione, invece, i tornei governati da Tennis Europe, la Federazione europea, che organizza tutti gli appuntamenti internazionali under 12, 14 e 16 del nostro continente. Ecco spiegato come mai a pochi mesi dallo stop imposto dalla TIU lo slovacco Ivo Klec, fermato per due anni nel 2015 per essersi rifiutato di collaborare durante un’indagine (in barba all’obbligo in vigore), frequentasse regolarmente i tornei under 16 come allenatore della giovane russa Maria Novikova. L’importante è che non l’abbia fatto anche nei tornei ITF disputati dalla sua allieva, altrimenti potrebbe rischiare una nuova sanzione. Proprio ora che è scaduta la precedente.
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