TRA CIBO E FONDAZIONE BENEFICA
Sarà il terzo ristorante griffato Djokovic: nel 2009, quando era ancora alle spalle di Federer e Nadal, ne ha aperto uno a Belgrado, nei pressi della Belgrade Arena. Ben più glamour l'inaugurazione del ristorante “Eqvita” di Monte Carlo, nella primavera 2016. Si tratta di un locale a menù interamente vegano. D'altra parte, la carriera di Nole è svoltata nel 2011 dopo aver cambiato il regime alimentare grazie ai consigli di un nutrizionista (Igor Cetojevic) che si era reso conto della sua intolleranza al glutine. Da allora, Nole ha messo la freccia e ha superato Roger e Rafa. La vicenda del suo cambiamento alimentare è raccontata in un libro, pubblicato anche in Italia. “Attribuisco alla dieta gran parte del mio successo professionale – ha detto Djokovic – a causa del lavoro dei miei genitori ho sempre amato il cibo. Come atleta, tuttavia, è diventato qualcosa di più: è il carburante che determina come gioco, come recupero e come mi comporto in campo. Il cibo è la mia passione: tra tutte le cose che ho vissuto, è quella che mi ha cambiato di più”. L'allusione ai genitori rimanda al mitico ristorante-pizzeria che i Djokovic gestivano in montagna, a Kopaonik. Ben consapevole delle sue origini, è sempre stato attivo nel sociale: il ristorante per poveri, infatti, si affianca alla Novak Djokovic Foundation, ente benefico attivo da 10 anni e destinato ai bambini meno fortunati, con l'obiettivo di favorirne l'istruzione. Fino a oggi, la Novak Djokovic Foundation ha aiutato oltre 20.000 bambini, formato 1.322 insegnanti, sostenuto 683 famiglie e 37 scuole. Djokovic non sarà più il numero 1 del ranking ATP, ma in quello della solidarietà ha ben pochi rivali.