Hai voglia a voler cambiare le regole. Le emozioni - vivaddio - vanno oltre ogni trovata studiata a tavolino. Alzi la mano chi sarebbe rimasto, di domenica pomeriggio, a seguire un match tra Aliaksandra Sasnovich e Sloane Stephens in un torneo qualsiasi. Pochi, soltanto i fanatici. Ma era una finale di Fed Cup, prezioso matchpoint per gli Stati Uniti, a caccia di un trofeo che manca da ben 17 anni. C'era un palazzetto pieno, panchine coinvolte, giocatrici pronte a giocare ogni punto come se fosse l'ultimo. E alla fine è giusto così. È giusto che la Fed Cup si decida al doppio di spareggio, come l'anno scorso, e anche come due anni fa. È giusto per due motivi: in primis, perché lo strano due bielorusso composto da Aliaksandra Sasnovich e Aryna Sabalenka ha fatto cose mirabili. In secundis, perché non era giusto che la libidine dell'ultimo punto fosse di Sloane Stephens. A parte i cattivi risultati post Us Open, il suo rapporto con la Fed Cup non è mai stato passionale, anzi. Ha sempre anteposto gli interessi personali. Legittimo, ci mancherebbe, ma come puoi togliere a CoCo Vandeweghe la possibilità di essere lei, sia pure in doppio, a farcela? Per CoCo, non c'è nulla di più importante che la bandiera americana. Quando Sloane si è trovata avanti 5-2 nel terzo set, a un passo dal trofeo, l'hanno richiamata in fretta e furia dagli spogliatoi. Doveva festeggiare insieme alle compagne, ma aveva lo sguardo torvo. Il regista lo ha capito e ha indugiato su di lei. In precedenza, aveva fatto il suo dovere contro Aryna Sabalenka, forse un po' stanca dopo le fatiche e le tensioni del giorno prima. Ha tenuto (bene) nel primo set, ma dopo essersi arresa al disordine nel tie-break, è crollata nel secondo. Ed ecco il match senza appello (per la Sasnovich) e del possibile riscatto (per la Stephens). Con una fasciatura sotto il ginocchio destro, l'americana ha dato tutto quello che aveva, non molto, per portare a casa 'sto benedetto trofeo. Ha giocato con attenzione, come se fosse una macchina con soltanto quattro marce. Nel primo set è bastato: ha preso un break di vantaggio al terzo game, poi l'ha tenuto con le unghie e con i denti fino al 6-4 finale, uscendo indenne da un complicato ottavo game, in cui la Sasnovich otteneva palle break in serie ma non ne sfruttava neanche una.