LENDL E LA USTA
Murray è stato l'antesignano di una moda che sarebbe esplosa un paio d'anni dopo: i “supercoach”, ovvero ex grandi giocatori chiamati a dare una mano ai top-players. Dopo di lui, sarebbero arrivati Boris Becker, Stefan Edberg, Michael Chang, Goran Ivanisevic... Murray è fermo dallo scorso 12 luglio, quando ha perso da Sam Querrey nei quarti di Wimbledon. È riapparso una decina di giorni fa, quando ha giocato un'esibizione contro Roger Federer a Glasgow. “Adesso sono concentrato sulla preparazione in vista del 2018 – dice Murray – vorrei essere pronto per l'Australia e lo farò con il mio team attuale”. La sua stagione dovrebbe partire dal torneo ATP di Brisbane. Da parte sua, Lendl continuerà a lavorare con il Programma di Sviluppo USTA, che peraltro sta iniziando a dare i primi risultati. “Mi auguro che Andy continui a crescere, insieme abbiamo avuto un grande percorso e ci siamo divertiti molto”. Secondo alcune indiscrezioni, in questo momento Murray non avrebbe particolare fretta nel cercare un sostituto, visto che il vice-coach Jamie Delgado resterà al suo posto. Difficile credere alla tesi dell'accordo reciproco: Murray era rimasto particolarmente turbato dalla prima separazione, peraltro ben motivata da Lendl: trascorrere più tempo con i genitori anziani e malati, nonché con le figlie che stanno intraprendendo un'interessante carriera nel golf. Il ritorno è stato efficace, ma troppo faticoso per lui. E adesso si concentrerà sul 18enne Patrick Kypson, attualmente numero 895 ATP.