Quando il baby fenomeno ti lascia tre giochi...

Prendiamo una nuova giocatrice esperta, già top-600 WTA. E ipotizziamo che si trovi ad affrontare una grande promessa del tennis italiano nelle pre-qualificazioni degli Internazionali BNL d'Italia. È successo per davvero, a Martina Spigarelli, battuta dalla 16enne Federica Sacco. Cosa è passato nella testa della Spigarelli?
Tra le varie tappe di pre-qualificazione per gli Internazionali BNL d'Italia, non poteva mancarne una a Napoli. Nel tabellone femminile c'era un vero e proprio spauracchio: Federica Sacco, napoletana, 16 anni, da molti considerata “la grande promessa del tennis italiano”. “Vedrai, sarà la rivelazione del torneo” dicevano gli appassionati che hanno affollato il CUS Napoli. Del resto Federica è di casa, a Napoli la conoscono tutti perché si allena al Tennis Club Fireball con lo storico maestro Lino Sorrentino. Nel corso del torneo, Federica le ha battute tutte, da Agnese Zucchini (ex n.372 WTA, vent'anni più grande di lei), passando per Anna Floris (pure lei nata nel 1982, ex n.129), a cui ha concesso solo un game, e lasciando appena tre giochi a Martina Spigarelli, quasi 26 anni e un passato da numero 540. La Sacco si è arresa soltanto in finale, contro Lucia Bronzetti. Ma cosa scatta nella testa di giocatrici d'esperienza quando devono affrontare una ragazzina di 16 anni, da tutti considerata un potenziale “crack”? Ce lo ha spiegato una delle sue vittime, Martina Spigarelli.

Esce il tabellone e vedi che Federica Sacco è dalla tua parte…
L'hanno subito osannata, dicendo che sarebbe stata la rivelazione del torneo. Motivo? Gioca molto bene ed è la prima in Italia tra le sue coetanee.

La conoscevi? L’avevi già vista giocare?
Non la conoscevo. Avevo visto il risultato contro Agnese Zucchini, ma Agnese aveva un problema al polso. Il giorno dopo abbiamo giocato in contemporanea e lei ha incontrato Anna Floris. Ha vinto 6-0 6-1 in circa un’ora e un quarto. Dopo questi due risultati le voci si sono amplificate perché, effettivamente, era diventata la rivelazione del torneo. E a quel punto l’ho incontrata io…

Quali sensazioni avevi prima di entrare in campo?
Purtroppo mi faccio influenzare da queste situazioni. Ultimamente ci sto lavorando e sono migliorata, però mi sono trovata di fronte una ragazzina più giovane di 10 anni e che dal primo giorno è stata definita l’avversaria più ostica. Sono entrata in campo un po’ spaesata: da una parte sapevo di non dover sottovalutare una ragazza più piccola di me, dall’altra ero molto tesa considerando i risultati precedenti e un pubblico schierato interamente dalla sua parte.

Hai perso il primo set 6-0. Cos’hai pensato in quel momento?
Ho sbagliato a impostare la partita. Il mio stile le consentiva di giocare bene. Tiravo forte e piatto e le permettevo di fare molti vincenti. Dava la sensazione di essere la protagonista sul campo. A fine set mi sono detta “Se continua così è merito suo, però devi trovare una chiave per cambiare l’andamento del match”. Ero comunque frustrata, perché prendere 6-0 da una ragazzina in un match con in palio il Foro Italico, beh, è demoralizzante. Io comunque stavo giocando bene, arrivavo da due partite con buone sensazioni, quindi ho pensato “Se devo prendere 6-0 6-0 pazienza, merito suo”. Tuttavia, non volevo uscire dal campo senza averci almeno provato.
Nel secondo set cos’hai cambiato?
Ho provato a cambiare la traiettoria della palla, a darle più fastidio e a far sentire la mia presenza con qualche segno di incoraggiamento, però non sono mai riuscita ad andare in vantaggio. Lei non ha mai avuto la pressione di dire: “Sono in svantaggio devo uscirne in qualche modo”, ha sempre giocato con il braccio sciolto. Mi ha impressionato la sua freddezza sul 5-3 e 40 pari. In un game lottato, nel momento del bisogno ha trovato l'ace. In un momento così importante si è comportata da giocatrice.

Cos’hai accusato di più? La sua bravura o quello che avevano detto di lei?
Ho accusato molto le voci, il modo in cui me l’hanno presentata per tutta la settimana. Detto ciò, merito a lei. È una bravissima giocatrice. Se continua così può fare bene. Ho avuto modo di osservarla anche fuori dal campo ed è già impostata da giocatrice: lo vedi quando si allena, quando fa riscaldamento, quando gioca un match. La mentalità è da professionista. Se avrà la forza e la capacità di andare avanti così, potrebbe arrivare. Glielo auguro. Ma cercherei di non metterle troppa pressione perché ho conosciuto tante “promesse”, anche mie coetanee, che poi si sono perse lungo il tragitto.
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