Semaforo azzurro - Aprile

Da Binaghi sull’assenza di Federer agli Internazionali alla Vinci “al mare”, dalla legge di Lorenzi all’eterna Schiavone (senza wild card), gli scommettitori contro Giannessi, il Travaglia ritrovato, la continuità (?) di Fognini, la conferenza stampa di Barazzutti e tanto altro.
SHARAPOVA SÌ, SCHIAVONE NO
Con una wild card promessa alle pre-qualificazioni, una seconda pronta per Sara Errani e una terza assegnata a Maria Sharapova, gli organizzatori degli Internazionali d’Italia sono rimasti senza la possibilità di invitare anche Francesca Schiavone, che nell’ultima stagione della sua carriera se lo meriterebbe eccome, ancor di più dopo aver appena dimostrato di essere ancora competitiva. L’hanno capito a Bogotà, a Rabat e pure a Madrid, ma a quanto pare non a Roma. Anche se, va detto, a volte tocca fare delle scelte: con un invito “bloccato” dalle pre-qualificazioni, bisognava preferire la Schiavone a una fra Errani e Sharapova. Oppure semplicemente pensarci prima.

IL CAMMARATA-PENSIERO
Palermitano, classe 1993, da ragazzino Alberto Cammarata era fra i più forti d’Italia e d’Europa, mentre da professionista non è mai entrato nemmeno fra i primi 800 giocatori della classifica ATP. Il motivo? In parte l’ha spiegato lui stesso, in una chiacchierata con l’amico Jacopo Stefanini, che ha compreso la validità dell’argomento e ha deciso di pubblicare il tutto su Facebook. Ne è venuta fuori una lunga lettera aperta, che riassume numerosi problemi che i giovani (e chi li segue) devono affrontare per arrivare in alto nel mondo del tennis. Un messaggio che fa riflettere e che tutti dovrebbero leggere: giocatori, addetti ai lavori, genitori e maestri. Ne vale la pena.

LA CONTINUITÀ DI FOGNINI
Dal verde accesso di marzo al rosso (profondo) di aprile. Ma non c’è nulla di cui stupirsi: è semplicemente Fabio Fognini. Che prima doma il cemento e va in semifinale al Masters 1000 di Miami, poi arriva la sua amata terra e nei primi due tornei raccoglie altrettanti primi turni. Perdere da Carreno Busta ci può stare (anche se ha mostrato di poter vincere), mentre a Budapest ha gettato al vento grandi chance di vincere il torneo, senza un vero motivo. Maledetta continuità…

LA LEGGE DI “PAOLINO”
Ormai potremmo definirla la legge di Paolo Lorenzi. Qualcuno obietterà che è capitato molto molto raramente di vederlo battere giocatori più forti di lui, che il bilancio contro i top-10 dice 0-18 e che il toscano ha impiegato quattordici tornei del Grande Slam per ottenere la sua prima vittoria. Ma la realtà è (anche) che ha una qualità davvero invidiabile: quando deve vincere, vince. Punto. Capita sempre più raramente di vederlo perdere contro avversari inferiori a lui, lista che peraltro continua a ingrandirsi. Ha appena giocato a Budapest la sua quinta semifinale ATP, e a 35 anni e mezzo si sta migliorando costantemente. Uno scherzo della classifica non gli ha consegnato il best ranking, mettendolo dietro a Fernando Verdasco (che ha i suoi stessi punti) a causa del maggior numero di tornei giocati dall’azzurro. Ma basterà un bel risultato a Roma e anche la 35esima posizione sarà superata. Obiettivo top-30?
QUINZI BUSSA AL CIRCUITO ATP
Quello di aprile 2017 rimarrà (anche) il mese di Gianluigi Quinzi, che dopo l’ennesimo cambio di coach ha finalmente messo il naso nel tennis che conta. A Marrakech ha superato le qualificazioni, battuto Paul-Henri Mathieu e poi tenuto in campo per quasi tre ore Paolo Lorenzi, che la stagione sulla terra battuta l’ha iniziata alla grandissima. Guai a gridare al giocatore ritrovato, perché giocare una settimana a livello ATP è un conto, mentre raggiungere una classifica che permetta di competere costantemente nel Tour è ben altro paio di maniche, e infatti nelle due settimane successive sono arrivate altrettante sconfitte al secondo turno a livello Challenger. Ma forse, finalmente, qualcosa si sta muovendo.

LE FATICHE IN FED CUP
Fra le quattordici combinazioni possibili (considerando anche il fattore casa-trasferta) l’Italia di Fed Cup ha trovato la più semplice di tutte, e contro Taipei è riuscita a conservare un posto nel World Group II, che a quanto pare verrà pensionato in favore di un gruppo mondiale a 16 squadre come per la Coppa Davis. Ma il week-end di Barletta è stato meno facile di quanto dica il 3-0 (o 3-1) e pure di quanto ci si aspettasse alla vigilia. Il primo punto è arrivato solo per 12/10 al terzo set, mentre all’indomani Sara Errani ha dovuto recuperare un set di svantaggio alla numero 270 del mondo. Non proprio dei sinonimi di buona salute.

IL TRAVAGLIA RITROVATO
Ce l’eravamo un po’ dimenticato, fra il terribile infortunio al braccio che a vent’anni aveva rischiato di troncargli la carriera, proprio quando la sua crescita sembrava destinata a portarlo nei primi 100, e i sette mesi di stop per la schiena nel 2016, ma a piccoli passi – e con la ricetta della Tennis Training School di Foligno – Stefano Travaglia sta tornando in alto. Sin qui ha disputato un ottimo 2017: da inizio stagione ha già scalato oltre cento posizioni, portandosi a ridosso dei primi 200 grazie a tre vittorie, una finale e due semifinali a livello Futures, e la recente semifinale al nuovo Challenger di Francavilla al Mare, partito veramente alla grandissima. A distanza di due anni il tennista di Ascoli tornerà a giocare le qualificazioni nei tornei del Grande Slam, e per altri due mesi non avrà alcun punto da difendere. Se son rose…

BINAGHI SU FEDERER
È spuntata addirittura una petizione (anche se con sole 263 firme) sulla nota piattaforma Change.org, diretta al presidente del CONI Giovanni Malagò, dal titolo “Chiedere le dimissioni di Binaghi”. Il motivo, ovviamente, è l’uscita poco felice del presidente federale a margine della conferenza stampa di presentazione degli Internazionali d’Italia, quando alla domanda su quanto pesasse l’assenza di Federer ha risposto di essere sempre stato un tifoso di Nadal (etc…). Viva la sincerità, anche se la sua carica – e un pizzico di furbizia, visto il momento storico – avrebbe suggerito una risposta diversa.
BARAZZUTTI PERDENTE
In una recente intervista con Marca, alla domanda su come si ottenga il rispetto nel circuito, David Ferrer ha detto che “è più importante il modo in cui si perde rispetto a quello in cui si vince”. Corrado Barazzutti sa perdere meglio di Ilie Nastase (e ci mancherebbe…), ma la sua conferenza stampa a Charleroi dopo la sconfitta con il Belgio non è stata un granché. Già non è un mostro della parola, se poi si indispettisce anche alla prima domanda diventa molto difficile instaurare un confronto e provare a estrarre qualcosa di interessante. Piaccia o meno, una parte del suo lavoro è anche quella di presentarsi a rispondere alle domande dei giornalisti.

L’ETERNA SCHIAVONE
Magari il personaggio può non piacere, e non è che negli anni scorsi abbia fatto proprio di tutto per farsi adorare da pubblico e addetti ai lavori. Ma come si fa a rimanere indifferenti di fronte a ciò che la “leonessa” sta facendo in queste settimane? In ogni suo incontro si respirano tante emozioni, ma ce n’è una che le supera tutte: la passione e l’amore per il tennis, a quasi 37 anni, con uno Slam in tasca e la data di scadenza sempre più vicina. Il suo titolo a Bogotà è uno spot magnifico per il nostro sport. Mancherà.

SCOMMETTITORI VS GIANNESSI
È una delle derive del mondo social: anche se tramite uno smartphone o una tastiera, chiunque può dire qualsiasi cosa a chi preferisce. È diventata una delle passioni preferite dagli scommettitori, nel tennis e non. Se la giocata non va a buon fine partono insulti (e minacce!) nei confronti del giocatore “puntato”. L’ultimo a sfogarsi è stato Alessandro Giannessi: ha perso per un soffio la finale del Challenger di Francavilla al Mare, che gli avrebbe anche regalato il tanto atteso traguardo dei Top-100, e appena ha preso in mano il cellulare ha trovato un sacco di messaggi negativi. Tante volte ha resistito, mentre questa ha deciso di rispondere. “Dopo una bellissima settimana dove sono giunto in finale e sottolineo in finale – ha scritto sul proprio profilo Facebook – è davvero triste e ingiusto ricevere le ennesime minacce e insulti per aver perso. Penso che il limite si stia superando perché noi tennisti facciamo tanti sacrifici e per lo meno per quanto mi riguarda cerco sempre di dare il 100 per 100 e di impegnarmi. Nello sport si può vincere e si può perdere ma di sicuro quelli che stanno perdendo nella vita siete voi che ci insultate ogni singolo giorno. Non è mai stato nel mio stile scrivere queste cose, ma è arrivato il momento di dire basta a questa triste realtà”.

ROBERTA VINCI AL MARE
Le conferenze stampa di Roberta Vinci dopo la semifinale e la finale dello Us Open 2015 sono ricordate come due fra le più divertenti che il tennis abbia prodotto negli ultimi anni, e la tarantina ha regalato un’altra perla a Stoccarda, dopo l’eliminazione al primo turno per mano di Maria Sharapova. I reporter le hanno chiesto se avesse qualche consiglio per la Makarova, avversaria di “Masha” al secondo turno, e lei non ha perso l’occasione per mostrare la sua solita simpatia. “Sarà una partita di alto livello, la guarderò a casa in TV, forse”, ha detto in inglese. Per poi aggiungere, in italiano: “ma proprio zero, me ne vado al mare…”. Chapeau per l’onestà. E pure per la scelta.

Le puntate precedenti:
SEMAFORO AZZURRO - Marzo 2017
SEMAFORO AZZURRO - Febbraio 2017
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